Bruxelles – “Se la Russia riprenderà la via del rispetto dell’ordine mondiale, dello Stato di diritto, della democrazia e della pace, tornerà ad avere il suo posto in Europa, questo è un sogno e una speranza“. Nel massimo dello sforzo dell’Unione Europea per contrastare l’invasione russa dell’Ucraina e per imporre a Mosca il prezzo di un’aggressione militare ingiustificata, la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, apre a un futuro in cui la Russia ritornerà a sedere a pieno diritto al tavolo delle potenze dell’Europa.
“È un nostro vicino, con cui condividiamo una lunga storia, la cultura”, ha ribadito la numero uno dell’esecutivo comunitario nel suo intervento di oggi (martedì 24 maggio) al World Economic Forum a Davos, sottolineando come “il nostro impegno contro l’invasione brutale si indirizza contro la leadership del Cremlino, ma i cittadini russi hanno il futuro del Paese nelle proprie mani“. Il luogo in cui è stato indirizzato il discorso non è casuale: “Lo spirito di Davos è sempre stato contrario alla guerra e al conflitto, per cercare di legare le persone per affrontare le sfide globali”, ha posto l’accento von der Leyen sull’interpretazione globale delle “conseguenze di una guerra voluta da Vladimir Putin, che viene direttamente da un altro secolo“. Non si tratta solo di “sopravvivenza dell’Ucraina o di sicurezza europea”, ma di “una risposta che deve arrivare da tutto il mondo”: Kiev “deve vincere questa guerra, per dimostrare che l’invasione è stata un fallimento strategico”.
Se il futuro della Russia, una volta tornata sulla strada del rispetto delle regole globali, è nell’Europa, il presente dice che è necessario un rafforzamento anche militare da parte del continente per affrontare la minaccia portata da Mosca. “L’Unione Europea non sarà mai un’alleanza militare, ma possiamo comunque aumentare le nostre capacità di difesa”, ha ricordato von der Leyen, con riferimento alla Bussola Strategica 2030 e soprattutto all’analisi sulle lacune di spesa militare degli Stati membri UE presentata mercoledì scorso (18 maggio) dalla Commissione: “Un pilota estone può guidare un jet belga, si tratta solo di una questione di interoperabilità, grazie ad appalti congiunti in ambito di difesa e attraverso la cooperazione militare”. Per la presidente von der Leyen rimane centrale anche il rapporto con la NATO: “È la più grande e importante alleanza militare per noi, ci coordineremo per rafforzare la difesa in Europa”.
La conferma dello stretto rapporto tra UE e NATO è arrivato anche dal segretario generale dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, Jens Stoltenberg, intervenuto a Davos dopo il discorso di von der Leyen: “Nel 2014 abbiamo rafforzato la nostra cooperazione, portandola a livelli mai visti prima, e la frammentazione delle spese di difesa degli Stati membri rimane un problema comune“. A rinforzare ancora di più questa intesa si inserisce la questione della richiesta di adesione NATO di Finlandia e Svezia – “una decisione storica, che dimostra la capacità di reazione dell’Europa in ambito di sicurezza” – arrivata la scorsa settimana: “Se entrassero Svezia e Finlandia, il 96 per cento del territorio UE sarà protetto dall’Alleanza“. Per affrontare la possibile opposizione della Turchia del presidente Recep Tayyip Erdoğan, “dobbiamo fare quello che facciamo sempre, sederci al tavolo e discutere per trovare una soluzione condivisa”, ha ribadito Stoltenberg, sottolineando con insistenza l’importanza di Ankara per gli equilibri NATO sul fronte sud-orientale, anche nell’ottica del contenimento della Russia nel Mar Nero.