Strasburgo, dall’inviato – Ora i triloghi possono avere inizio. Con il via libera di oggi (mercoledì 4 maggio) in sessione plenaria alla posizione del Parlamento Europeo sulla revisione della direttiva sulle apparecchiature radio, gli eurodeputati sono pronti per negoziare con il Consiglio dell’UE l’introduzione di un caricabatterie universale per la maggior parte dei dispositivi ricaricabili tramite cavo: smartphone, tablet, fotocamere digitali, cuffie e auricolari, console per videogiochi e altoparlanti portatili. Tutti dispositivi che potranno essere ricaricati con un unico caricatore, riducendo così l’accumulo di rifiuti elettronici attualmente prodotti ogni volta che, insieme a un nuovo dispositivo, si acquista un nuovo caricabatteria.
“Mezzo miliardo di caricabatterie per dispositivi portatili spediti in Europa ogni anno, tra le 11 mila e le 13 mila tonnellate di rifiuti elettronici”, ha ricordato i dati dello spreco annuale nell’UE il relatore maltese, Alex Agius Saliba (S&D): “Un caricabatterie universale per telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici di piccole e medie dimensioni andrebbe a beneficio di tutti”. Presentando la relazione, l’eurodeputato socialdemocratico l’ha definita un “cambiamento politico veramente globale, che poggia sulla proposta presentata dalla Commissione Europea“. Come già emerso dal via libera della commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) dell’Eurocamera, per i nuovi dispositivi interessati servono “informazioni chiare e un’etichettatura sulle opzioni di ricarica” per rendere le scelte di acquisto più semplici per i consumatori, “che spesso possiedono diversi dispositivi e non sempre hanno bisogno di caricabatteria aggiuntivi”. Al centro del progetto c’è la necessità di abbattere gli sprechi nel continente, ma anche di risparmiare costi non necessari e ridurre gli svantaggi per i consumatori: il principale, proprio la possibilità di acquisto del caricabatterie separatamente dal dispositivo elettronico.
Ma il Parlamento UE si è spinto oltre, affrontando le criticità della proposta dell’esecutivo comunitario sul caricabatterie universale. Nei negoziati interistituzionali sarà preso in considerazione anche l’uso “sempre più frequente” della ricarica wireless e, se si troverà un accordo con i co-legislatori del Consiglio dell’UE, alla Commissione verrà chiesto di presentare una strategia entro la fine del 2026, “che permetta a qualsiasi nuova soluzione di ricarica di funzionare in combinazione con le altre”. L’obiettivo è quello di ridurre ulteriormente i rifiuti elettronici ed evitare una nuova frammentazione del Mercato interno, contrastando i cosiddetti effetti lock-in, cioè quelli che si verificano quando un consumatore dipende forzatamente da un singolo produttore. Per tutti i gruppi al Parlamento Europeo “il 2026 è una scadenza verosimile per includere in questa legislazione anche le ricariche senza filo”, considerato il fatto che “i nuovi smartphone usciranno solo con questo tipo di caricabatterie”.
Un altro punto critico è che ciò che già ora manca nella proposta del gabinetto von der Leyen. “Stiamo anche espandendo la portata della proposta aggiungendo più prodotti, che dovranno essere conformi alle nuove regole“, ha puntualizzato Agius Saliba. Se la revisione della direttiva sulle apparecchiature radio fa parte dello sforzo delle istituzioni europee per rendere i prodotti digitali sul Mercato interno più sostenibili e per ridurre i rifiuti elettronici, gli eurodeputati non capiscono perché non sono stati inclusi computer portatili, e-reader, mouse, laptop, giocattoli elettronici, lampade e gps che usano la porta USB: “Vanno tutti ripresi nel testo, per influenzare scelte sostenibili da parte dei consumatori al momento dell’acquisto”, ha sottolineato con forza il relatore per il Parlamento UE.