Bruxelles – Niente Meccanismo europeo di stabilità, ma ben venga la sua presidenza. L’Italia e il fondo salva-Stati MES (o ESM, secondo l’acronimo inglese) si arricchisce di un nuovo elemento in una storia sempre più infinita e il cui andamento genera non pochi mal di pancia tra i partner europei. L’Italia si era politicamente impegnata a ratificare l’accordo di riforma dell’organismo intergovernativo, ma Camera e Senato non sanno trovare i numeri necessari per procedere a quel via libera comunque promesso e la cui assenza getta ombre sulle credibilità del Paese. Ora l‘Italia propone Marco Buti per la guida dell’organismo. Tecnico, già a capo della direzione generale Economia e finanza (DG ECFIN), attuale capo di gabinetto del commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, Buti sembra avere il profilo giusto per ricoprire l’incarico, e una sua eventuale nomina potrebbe contribuire a superare le resistenze parlamentari.
Non sarà un voto scontato. Comunque se ne parlerà il 23 maggio, quando l’Eurogruppo dovrà procedere al voto. Buti vede la concorrenza di Pierre Gramegna (Lussemburgo, socialdemocratico), Joao Leao (Portogallo, socialista) e Menno Snel (Paesi Bassi, liberale). Tre ex ministri delle Finanze, tre figure politiche, con Buti unica figura non politica nella corsa allo scranno ora occupato da Klaus Regling, anch’egli un tecnico, economista con una carriera europea e internazionale di lungo corso, il cui mandato scade il 7 ottobre di quest’anno. Sostituire un tecnico con un altro tecnico garantirebbe una continuità nella gestione dell’organismo destinato a concedere prestiti agli Stati membri dell’UE in difficoltà, e potrebbe offrire maggiori garanzie alla riluttante Italia.
https://twitter.com/Paschald/status/1521172428612853760?s=20&t=5Sg9Uo1OkVh52kWieqZZrA
Il momento della verità comunque non sarà il 23 maggio. In quell’occasione avverrà la presentazione dei candidati. Quindi il consiglio dei governatori dell’ESM dovrebbe nominare il nuovo direttore esecutivo nella riunione annuale del 16 giugno a maggioranza qualificata, ovvero l’80% dei voti espressi. La nomina di Marco Buti rilancia comunque la posizione dell’Italia in una partita molto delicata e ancora oggetto di criticità soprattutto tra i banchi dei partiti d’opposizione.