Le loro idee ce le hanno e a parlarci a quattr’occhi trapelano abbastanza chiaramente. Ma come la pensano su quale debba essere la futura collocazione del Movimento 5 Stelle dentro al Parlamento europeo, agli eurodeputati grillini non è nemmeno stato chiesto. La decisione su come organizzare la consultazione che esclude i Verdi dalle possibili opzioni “è stata presa da Roma, fin dall’inizio era stato deciso che le trattative sarebbero state delegate a Beppe e Casaleggio e così è stato”, allarga le braccia il capogruppo dei Cinque Stelle, Ignazio Corrao. “Non siamo stati consultati – ammette – anche ieri abbiamo avuto una riunione ma questo tema non è stato affrontato”.
Dopo una prima fase in cui i pentastellati rifiutavano di commentare e lasciavano trapelare disappunto e sconcerto per la sopresa comparsa stamattina sul blog di Grillo, Corrao ora si definsce “tranquillo” e “d’accordo” con la scelta. La colpa, tiene a sottolineare, è tutta dei Verdi: “Hanno avuto un modo di fare furbo”, attacca: “Non possono dire prima votate per noi e poi parliamo. Questo vuole dire che avrebbero loro il coltello dalla parte del manico”. Così “il loro giocare alla fine ha causato questo”, conclude il capogruppo, assicurando che in ogni caso non si tratta di una tragedia: “Noi non abbiamo un movimento di riferimento a livello europeo – spiega – è chiaro che in qualunque caso si sarebbe trattato di un compromesso”, tanto l’unione con Farage che quella con i Verdi, gruppo con cui “saremmo stati meno liberi”.
Meno convincente, secondo Corrao, l’opzione di un matrimonio con i conservatori: “Sinceramente non ho idea di cosa c’entriamo con loro”, ammette. Mentre se a vincere dovesse essere la volontà di confluire nei non iscritti, “la rispetteremo”, assicura il pentastellato, ma “dal giorno successivo ricomincerebbero le trattative per trovare una collocazione”.
La parola insomma, passa al web, che per ora però, prima di esprimere un voto, sta esprimendo soprattutto rabbia e disappunto per l’esclusione dei Verdi: “ È normale che la rete reagisca male”, commenta Corrao, dando la colpa alla “enorme pressione mediatica”, che in questi giorni ha trasformato “Farage, di cui prima nessuno parlava, nello spauracchio dei media”. Insomma, anche di fronte alla rivolta della rete, nessuna idea di invalidare o rimodulare il referendum ampliando le opzioni: “Non ha senso, non si può continuare a descrivere i verdi come belli e simpatici e Farage come brutto e nero. Stiamo tranquilli, un attimo di razionalità”, chiede.