Le elezioni del 25 maggio hanno ridisegnato i confini del Parlamento europeo, ma sono state anche un importante banco di prova per il Belgio che, a distanza di tre anni e nel bel mezzo di una crisi economica, rischia di ripiombare in uno stallo politico o di andare in mano ai separatisti.
Ad uscire vincitore dall’ultima tornata elettorale, con un timido 20,3% dei voti su base nazionale è stato l’N-VA, il partito nazionalista delle Fiandre guidato da Bart De Wever, mentre il PS, il partito socialista del Primo ministro uscente Elio di Rupo, ha ottenuto solo l’11,6% dei voti, e al momento è tagliato fuori dai negoziati. Va detto che il primo si è presentato solo nelle Fiandre, dove ci sono 6 milioni di abitanti, mentre il secondo solo in Vallonia, dove i cittadini sono 4 milioni. Poi c’è Bruxelles, dove al poco più di un milione di cittadini è offerta la scelta tra partiti valloni e fiamminghi.
Una maggioranza non certo comoda quella di De Wever che ha portato il re dei belgi Philippe Léopold ad affidare comunque a lui l’incarico di ‘informateur’ del nuovo governo. Il leader separatista e sindaco di Anversa, la città più grande delle Fiandre, sta ormai tentando da giorni di convincere alcuni partiti più picoli ad allearsi con lui per costituire un governo di centro-destra e, proprio in questi giorni ha chiesto e ottenuto dal sovrano belga una settimana di proroga al proprio ‘mandato esplorativo’.
De Wever avrà quindi tempo fino al 17 giugno per riuscire nel suo intento, ma se dovesse avere successo il Belgio, Paese fondatore dell’Unione Europea e cuore delle istituzioni comunitarie, si ritroverà, per la prima volta nella sua storia, e primo nell’Ue, con un Primo ministro separatista. Il principale obiettivo politico di De Wever è da sempre quello di rendere le Fiandre indipendenti. L’impresa del sindaco di Anversa appare però molto complicata, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di trovare alleati tra i partiti della regione francofona.
Non è la prima volta che il piccolo regno federale è spaccato e si trova a fare i conti con una situazione di difficile governabilità. Tra il 2010 e il 2011, a causa delle divisioni tra i diversi partiti, il Belgio restò senza governo per 535 giorni. Ad aggravare la situazione anche il sopraggiungere di una crisi economica: dopo il crollo del settore automobilistico anche la grande distribuzione attraversa un periodo difficile. La catena di supermercati Delhaize ha appena annunciato un taglio di 2.500 posti di lavoro nei prossimi tre anni e un investimento di 612 milioni di dollari per poter riportare i propri punti vendita alla redditività e tornare competitivi sul mercato.