Bruxelles – “Il piano, nella sua forma attuale, non è sufficiente”. Così, in un documento consegnato il 31 marzo scorso alle autorità italiane, la Commissione europea ha giudicato il Piano strategico italiano per la Politica Agricola Europea (PAC) 2023-2027.
La Commissione osserva che “numerosi elementi del piano sono mancanti, incompleti o incoerenti; non è pertanto possibile effettuare una valutazione approfondita della coerenza tra l’analisi SWOT (Strengths (punti di forza), Weaknesses (punti di debolezza), Opportunities (opportunità) e Threats (minacce), si tratta di un diffuso strumento di valutazione dell’efficienza di piani, ndr), le esigenze individuate e la strategia, né dell’ambizione e dell’accettabilità del piano”.
Il giudizio è molto pesante, perché arriva a dire che “in particolare, in assenza di target finali quantificati per gli indicatori di risultato, non è possibile valutare l’adeguatezza e il livello di ambizione della logica di intervento proposta per
ciascun obiettivo specifico”.
La Commissione sottolinea poi “l’importanza dei target finali fissati per gli indicatori di risultato quale strumento chiave per valutare l’ambizione del piano e monitorarne i progressi. Tali target finali devono essere precisi, tenere conto di tutti gli interventi pertinenti e definire un livello di ambizione adeguato in linea con le esigenze individuate”. Di più: “analogamente, le
incoerenze nelle informazioni finanziarie (descrizione degli interventi e tabelle finanziarie) rendono particolarmente difficile valutare il rispetto dei massimali e delle dotazioni”.
L’Italia, dunque , “è invitata a compilare adeguatamente tutte le sezioni e gli elementi del piano vuoti o incompleti”.
Sul fronte strettamente ambientale poi la situazione è molto grave. Circa il sostegno e rafforzamento della tutela dell’ambiente, compresa la biodiversità, e dell’azione per il clima e sul contributo al raggiungimento degli obiettivi dell’Unione in materia di ambiente e clima, compresi gli impegni assunti con l’accordo di Parigi, “sulla base del contenuto parziale disponibile, è improbabile che il piano proposto possa contribuire in modo sufficiente ed efficace a questo obiettivo generale, in particolare per quanto riguarda l’acqua, l’aria, i nutrienti e la biodiversità nei terreni agricoli e nelle foreste, nonché la riduzione delle emissioni e il sequestro del carbonio. Significativi miglioramenti sono necessari”, scrive il rapporto.
Inoltre secondo la Commissione “il piano non contiene elementi sufficienti per accertarne l’accresciuta ambizione in materia di ambiente e clima rispetto all’attuale periodo di programmazione”. L’Italia è dunque invitata a “illustrare più efficacemente la maggiore ambizione dell’architettura verde prevista per quanto riguarda gli obiettivi ambientali e climatici utilizzando elementi qualitativi e quantitativi quali la dotazione finanziaria e gli indicatori”.
Più avanti il rapporto segnala che tenuto conto dell’obiettivo di garantire un’agricoltura resiliente e la sostenibilità economica del settore, la Commissione “accoglie con favore l’approccio dell’Italia alla gestione del rischio, che fornisce un’ulteriore rete di sicurezza al sostegno di base della PAC, e gli sforzi profusi per affrontare la dipendenza dalle importazioni in alcuni settori, come le colture proteiche”. Ma subito dopo spiega che in considerazione della guerra della Russia contro l’Ucraina, la Commissione esorta l’Italia “ad adottare ulteriori misure per ridurre l’uso degli input stimolando l’agricoltura di precisione, l’efficienza energetica e la transizione dalla fertilizzazione minerale a quella organica“.
La Commissione invita inoltre l’Italia “a spiegare nella logica di intervento in che modo le organizzazioni di produttori e le cooperative saranno rafforzate e sviluppate nelle regioni e nei settori in cui la concentrazione dell’offerta è ancora limitata, con l’obiettivo di migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare”.
L’Italia dovrebbe anche rafforzare “notevolmente la logica di intervento del piano per quanto riguarda lo sfruttamento della manodopera. Considerato il tasso molto elevato di irregolarità (oltre il 55 per cento) nel settore agricolo italiano, è essenziale affrontare la questione per garantire la stabilità economica, la competitività e la sostenibilità sociale delle aziende agricole italiane”. Per gli stessi motivi la Commissione “accoglierebbe con favore un’applicazione efficace della condizionalità sociale sin dall’inizio dell’attuazione del piano”.
L’innovazione, questa sconosciuta. La Commissione ritiene che la strategia del piano non affronti in modo sufficiente “le carenze del sistema italiano di conoscenza e innovazione in campo agricolo” e invita l’Italia a “migliorare sostanzialmente la strategia di digitalizzazione per il settore agricolo e le zone rurali sulla base di un’analisi completa e di una valutazione delle esigenze”. In questo contesto “è fondamentale completare la copertura della banda larga ad alta velocità fino alla porta di ogni famiglia nelle zone rurali, comprese le zone scarsamente popolate che sono quelle maggiormente a rischio di spopolamento”.