Strasburgo, dall’inviato – Una decisione storica, che pone l’Ungheria sul banco degli imputati per il mancato rispetto dello Stato di diritto. “Abbiamo valutato le risposte ricevute da Budapest e siamo giunti alla conclusione che è necessario attivare il meccanismo di condizionalità”, ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante il question time alla sessione plenaria del Parlamento Europeo. Secondo quanto riferito dalla numero uno dell’esecutivo UE, il commissario per il Bilancio, Johannes Hahn, “ha parlato con le autorità ungheresi, anticipando che invieremo una lettera di notifica formale“.
Quello contro Budapest è il primo caso di attivazione del meccanismo che permette all’UE di sospendere i pagamenti provenienti dal bilancio pluriennale a uno Stato membro, quando le violazioni dello Stato di diritto hanno o rischiano di avere un impatto negativo sul bilancio europeo. Il 16 febbraio scorso la Corte di Giustizia dell’UE aveva respinto i ricorsi di Ungheria e Polonia contro il meccanismo di condizionalità sullo Stato di diritto, sottolineando che è stato adottato “sul fondamento di una base giuridica adeguata”, rispetta “i limiti delle competenze attribuite all’Unione e il principio della certezza del diritto” ed è compatibile con la procedura prevista all’articolo 7 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (che prevede la possibilità di sospendere i diritti di adesione all’UE in caso di violazione “grave e persistente” da parte di un Paese membro dei principi fondanti dell’Unione).
Come ricordato dalla presidente von der Leyen agli eurodeputati, “la tematica in Ungheria riguarda la corruzione” ed è significativo che la comunicazione attivazione del meccanismo di condizionalità sullo Stato di diritto arrivi all’indomani della riconferma del premier Viktor Orbán alla guida dell’esecutivo del Paese. La questione coinvolge anche la Polonia, ma sul tema dell’indipendenza della magistratura: “Il governo deve presentare una legge di riforma, da approvare al Parlamento, e se i requisiti rispetteranno gli standard sullo Stato di diritto potremo procedere all’esborso”, ha precisato von der Leyen. La presidente ha ricordato che “il punto di riferimento è la sentenza della Corte di Giustizia dell’UE” del luglio dello scorso anno e che, proprio per il mancato rispetto della sentenza, Varsavia “sta ricevendo una multa giornaliera fino a quando non tornerà ad allinearsi“.