Bruxelles – C’è chi la chiama “quarta dose” e chi “seconda dose booster”. La sostanza però è che la prossima settimana arriverà da parte della Commissione Europea una proposta per avviare in sincrono una nuova campagna di vaccinazione dal Coronavirus, dopo le prime tre dosi somministrate fino a questo momento. Dal Consiglio Salute che si è tenuto oggi (29 marzo) a Bruxelles è emerso dai ministri europei un mandato forte per chiedere alla Commissione una raccomandazione per una azione coordinata a livello europeo.
Coordinata in questo caso significa stabilire insieme quando partire, farlo tutti insieme e soprattutto individuare insieme i tempi e le fasce di popolazione a cui somministrarla (tenendo conto del fatto in molti Stati membri UE, come l’Italia, le categorie fragili o con un sistema immunitario compromesso hanno già ricevuto il loro secondo richiamo). Insieme. E’ la parola che i governi hanno rincorso per tutto il corso della pandemia, tra misure restrittive ai confini e divisioni interne. Scelte non omogenee tra i Paesi europei che “finiscono per disorientare e non aiutano le campagne vaccinali”, ha ricordato il ministro Roberto Speranza andando via dalla riunione.
Il ministro italiano è stato tra i primi promotori, sebbene non l’unico, di questa proposta per un approccio comune sulla quarta dose. Il dibattito si è aperto anche su iniziativa del ministro tedesco della Salute Karl Lauterbach che, citando nuovi dati in arrivo da Israele, ha esortato l’Unione europea a sostenere la quarta dose per le persone di età superiore ai 60 anni per rafforzare l’immunità, vista l’assenza (per il momento) di vaccini specifici contro la variante Omicron, attualmente dominante in UE.
E’ “arrivato il momento di discuterne insieme”, ha incalzato Speranza. Ed è arrivato il momento di discuterne perché, sebbene gran parte dell’attenzione pubblica e non si sia momentaneamente concentrata sulla guerra in Ucraina, la pandemia è lontana dall’essere alle nostre spalle. Le infezioni da Coronavirus sono “di nuovo in aumento” in alcuni Paesi europei, anche per via dell’allentamento delle misure restrittive in molti di essi.
“La pandemia non è finita, vaccini e dosi di richiamo rimangono la nostra migliore difesa”, ha detto ai governi la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides. Le persone sono stanche, le economie esauste “ma i dati sulle infezioni tornano a salire”, ha ammesso la commissaria, con un riferimento ai dati del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie secondo cui ci sono almeno 100 milioni di europei ancora non vaccinati.
L’allentamento delle misure restrittive coincide con l’inizio della primavera, il virus perde forza ma bisogna riuscire a guardare in prospettiva. E’ quindi fondamentale “avere una strategia comune soprattutto in vista dell’inverno”, ha detto la commissaria. Solo fino a poche settimane fa l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha frenato sull’argomento quarta dose, non avendo ancora dati scientifici sufficienti per formulare una raccomandazione. Alla Commissione i ministri hanno chiesto una valutazione a livello europeo su una quarta dose condivisa per determinate fasce di popolazione, partendo dalle fasce più fragili e che secondo Speranza dovrebbe partire dalla stessa età in “tutti i Paesi europei”. Questo è “l’obiettivo di fondo”, ha detto, escludendo quindi che si parli di una quarta dose per tutti. Il governo tedesco spinge per far partire la quarta dose dai 60 anni in su. Bisognerà aspettare la proposta UE che arriverà settimana prossima e secondo Olivier Veran, il ministro della Salute della Francia – che fino a fine giugno detiene la presidenza di turno dell’UE – un consenso sulla proposta si può raggiungere in breve.