Barbara Spinelli alla fine ha deciso di accettare ufficialmente l’elezione al Parlamento europeo dove andrà a sedere nei banchi della Gue con gli altri eletti della lista Tsipras, Curzio Maltese e Eleonora Forenza di Rifondazione comunista. La Spinelli che aveva pubblicamente dichiarato in campagna elettorale che la sua sarebbe stata solo una candidatura di bandiera ha afferma in una lettera che “i patti si perfezionano per volontà di almeno due parti e gli elettori il patto non l’hanno accettato, accordandomi oltre 78mila preferenze”, tutte persone che si sarebbero sentite “tradite” se lei non avesse “tenuto conto della loro volontà”. Spinelli ha detto di voler lottare nel prossimo Parlamento europeo “per una politica di lotta vera all’ideologia dell’austerità e della cosiddetta «precarietà espansiva», alla corruzione e alle minacce mafiose in Italia; per i diritti dei cittadini; per la realizzazione di un’Europa federale dotata di poteri autentici e democratici: quell’Europa che sinora, gestita dai soli governi in un micidiale equilibrio di forze tra potenti e impotenti, è mancata ai suoi compiti”.
Ma la decisione ha suscitato reazioni contrastanti con i sostenitori dell’Altra Europa spaccati in due divisi tra chi l’ha giudicata la mossa giusta da fare, visto anche che a chiederle di restare è stato Alexis Tsipras in persona, e chi teme invece che questa decisione possa compromettere il percorso di Unità a Sinistra e accusa la scrittrice di aver violato i patti e il suo ruolo di garante. Il più arrabbiato di tutti il candidato di Sel, Marco Furfaro, che non andrà più a Strasburgo. Spinelli ha deciso di accettare l’elezione nel collegio Centro, dove lui era il secondo più votato dietro di lei. “il mio collegio naturale, la mia città è Roma. È qui che ho ricevuto il maggior numero di voti” ha scritto la Spinelli. E Furfaro in un blog al vetriolo ha detto di essere stato trattato “come carne da macello”, puntando il dito contro una decisione che “non riguardava me, ma un processo politico, una comunità, una speranza”, una decisione che “è stata sequestrata, fatta in stanze sconosciute, sotto campane di vetro e in una logica proprietaria”. “C’è qualcosa di disumano in questo”, ha attaccato ancora Furfaro che rivolgendosi agli elettori de l’Altra Europa ha affermato: “La sinistra è una cosa bella e non quello che hanno visto in questi giorni”, la sinistra “in questo Paese non viaggia sulle gambe di una persona, nemmeno le mie, ma sulle loro. E insieme la ricostruiremo”.
I malumori in Sinistra e libertà sono alle stelle, nel partito fin dall’inizio si era aperta un’accesa discussione tra chi voleva proseguire il percorso di unità della Sinistra e chi voleva convergere verso il Pd. Nichi Vendola non ha voluto commentare l’episodio specifico affermando che “ci sono state anche troppe parole”. Parlando del futuro di Sel però il governatore della Puglia ha affermato di pensare “che Sel non abbia né voglia di morire nel Partito democratico, né voglia di sentire il richiamo della foresta verso forme di radicalismo demagogico o populista”, ma che è “nata con una missione fondamentale: quella di rimettere in piedi la sinistra”, perché “per costruire il centrosinistra ci vuole la sinistra” e quest’ultima “ha vissuto un’esperienza con l’Altra Europa che nasceva dalla considerazione che una parte del riformismo era stata complice di una parte delle politiche dell’austerity”. “Io credo che non sia venuto meno questo giudizio”, ha concluso Vendola. Ma se questo significherà che Sel continuerà la sua partecipazione alla costruzione della Lista Tsipras è tutto da vedere. Ai militanti di Sel si è rivolta direttamente Spinelli affermando di contare “non solo sulla loro fedeltà alla Lista ma sulla loro partecipazione immutata al progetto iniziale, che ha come prospettiva un’aggregazione di forze (di sinistra, di delusi dalla presente democrazia rappresentativa, di emigrati nell’astensione) alternativa all’odierno centro-sinistra e alle grandi intese”.
Ma non sono solo quelli di Sel a protestare e la discussione in l’Altra europa è molto accesa. Con Spinelli invece due dei garanti, Guido Viale e Luciano Gallino (ma non Marco Revelli e Argiris Panagopulos, che non si sono pubblicamente ancora espressi), e anche il segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero. Quest’ultimo nell’esprimere la sua solidarietà alla scrittrice per gli attacchi che sta ricevendo, soprattutto in rete, dai tanti militanti delusi e da diverse personalità della sinistra, ha ribadito che L’Altra Europa è stata una “lista costruita dall’alto”, in cui però “il prestigio di alcune persone ha permesso di attivare una partecipazione ed un consenso più ampio dei confini dei partiti”. Per Ferrero però “non si può continuare così”, ma bisogna “costruire una Syriza italiana” con “un metodo radicalmente diverso: piena democrazia e partecipazione”.