Bruxelles – Il Parlamento Europeo discuterà e voterà una proposta di risoluzione per chiedere un piano dell’UE per la sicurezza alimentare “alla luce dell’aggressione russa contro l’Ucraina”, nel corso di una mini-plenaria che si terrà a Bruxelles mercoledì e giovedì (23-24 marzo). Lo si apprende a Bruxelles, dove i testi della risoluzione promossi dai gruppi politici sono stati depositati due giorni fa. Secondo l’agenda dell’Eurocamera un dibattito con la Commissione e il Consiglio si terrà mercoledì pomeriggio, mettendo l’atto di indirizzo al voto il giorno successivo.
Proprio il 23 marzo la Commissione UE dovrebbe presentare le sue proposte per un piano di sicurezza alimentare di fronte alla guerra, anticipate ieri nelle linee programmatiche dal commissario competente Janusz Wojciechowski in audizione in Parlamento. Il piano non è ancora finalizzato ma dovrebbe comprendere quattro linee di intervento: interverrà sul settore della carne suina; mobiliterà 500 milioni di euro dal fondo di riserva della politica agricola comune a cui Bruxelles proporrà di aggiungere un co-finanziamento da parte dei governi per un pacchetto complessivo di un miliardo e mezzo di euro; ci sarà una deroga temporanea ai vincoli della PAC per i terreni a riposo; e un “accordo per gli aiuti pubblici”, con le stesse premesse che la Commissione ha utilizzato durante la pandemia per sostenere il mercato.
Molti eurodeputati sosterranno le misure della Commissione per derogare temporaneamente i vincoli che non consento di aumentare la produzione dei terreni, ma ci si prepara a un possibile scontro con chi invece ritiene che gli obiettivi della sostenibilità non vadano compromessi in alcun modo.
Proprio oggi il gruppo parlamentare dei Verdi europei ha scritto alla Commissione Europea “perché intraprenda misure concrete per arginare una possibile crisi alimentare”, fa sapere l’eurodeputata Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde. Nella lettera che Eunews pubblica, il gruppo ecologista sottolinea “la necessità di portare avanti senza indugi quanto previsto dalla Strategia sulla biodiversità e dalla Farm to Fork – prosegue Evi – in quanto le recenti dichiarazioni di alcuni ministri, tra cui Patuanelli, secondo cui l’attuale conflitto richiede l’accantonamento delle misure europee a protezione della biodiversità e dell’inverdimento dell’agricoltura, destano grande preoccupazione. La guerra non deve diventare un pretesto per disattendere gli impegni climatici a medio e lungo termine, soprattutto in considerazione del fatto che i target previsti da queste strategie ci consentiranno, nel lungo periodo, di ridurre la nostra dipendenza da pesticidi sintetici realizzati in gran parte con il gas russo, e di costruire in questo modo la nostra sovranità alimentare, oltre che politica”.