Bruxelles – I governi dell’UEe hanno raggiunto un accordo (orientamento generale) sul regolamento circa il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), che è uno degli elementi chiave del pacchetto “Fit for 55” dell’Unione europea.
L’obiettivo principale di questa misura ambientale, spiega una nota, è evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Incoraggerà inoltre i Paesi partner “a stabilire politiche di tariffazione del carbonio per combattere il cambiamento climatico”.
CBAM mira alle importazioni di prodotti ad alta intensità di carbonio, nel pieno rispetto delle regole del commercio internazionale, per evitare di compensare gli sforzi dell’UE di riduzione delle emissioni di gas serra attraverso l’importazione di prodotti fabbricati in Paesi terzi dove le politiche sui cambiamenti climatici sono meno ambiziose di nell’Unione Europea. Aiuterà inoltre a prevenire il trasferimento della produzione o l’importazione di prodotti ad alta intensità di carbonio.
Saranno coperti da CBAM i prodotti di questi settori: cemento, alluminio, fertilizzanti, produzione di energia elettrica, ferro e acciaio.
Bruno Le Maire, ministro francese dell’Economia e presidente di turno del Consiglio UE spiega che “l’accordo del Consiglio sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere è una vittoria per la politica climatica europea. Ci fornirà uno strumento per accelerare la decarbonizzazione della nostra industria, proteggendola al contempo dalle aziende dei Paesi con obiettivi climatici meno ambiziosi, incentivare anche altri paesi a diventare più sostenibili ed emettere meno”. Secondo il ministro, infine, questo meccanismo “risponde alla nostra ambiziosa strategia europea che consiste nell’accelerare l’indipendenza energetica dell’Europa”.
CBAM è progettato per funzionare in parallelo con il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (EU ETS), per rispecchiare e completare il suo funzionamento sulle merci importate. Sostituirà gradualmente i meccanismi esistenti dell’Unione europea per affrontare il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, in particolare le quote gratuite delle quote ETS dell’UE.
Rispetto alla proposta iniziale della Commissione del luglio 2021, il Consiglio ha optato per una maggiore centralizzazione della governance CBAM, dove ha senso e contribuisce a una maggiore efficienza. Ad esempio, il nuovo registro dei dichiaranti CBAM (importatori) deve essere centralizzato a livello dell’UE.
Il Consiglio prevede inoltre una soglia minima che esenta dagli obblighi CBAM le spedizioni di valore inferiore a 150 euro. Questa misura ridurrebbe la complessità amministrativa, in quanto circa un terzo delle spedizioni nell’Unione rientrerebbe in tale categoria e il loro valore e quantità aggregati rappresentano una parte trascurabile delle emissioni di gas a effetto serra delle importazioni totali di tali prodotti nell’Unione.
Il Consiglio deve però ancora compiere progressi sufficienti su una serie di questioni che sono strettamente legate al CBAM, ma non fanno parte del progetto di testo giuridico del regolamento. In particolare si cerca una soluzione sull’eliminazione graduale delle quote gratuite assegnate ai settori industriali coperti dal CBAM, stabilito dalla direttiva ETS dell’UE, e soluzioni appropriate sulla questione della limitazione del potenziale rilocalizzazione delle emissioni di carbonio dalle esportazioni, in modo che l’efficienza economica, l’integrità ambientale e la compatibilità con l’OMC del CBAM è assicurata.