Bruxelles – La Banca centrala europea ha messo il clima e i rischi legati ai cambiamenti climatici un elemento centrale della sua politica, eppure il sistema bancario dell’eurozona non sembra seguire, sin qui, le indicazioni che arrivano da Francoforte. Gli istituti di credito comunicano poco e male, e risulta impossibile capire quali banche siano esposte e quanto, perché informazioni non ve ne sono. Cosa fanno per la sostenibilità? Come affrontano la nuova agenda europea? Non si sa. A fornire il quadro di una situazione non certo all’altezza delle aspettative è Frank Elderson, membro del consigli direttivo della BCE e vicepresidente del comitato di supervisione della BCE, intervenendo a un seminario web dedicato al tema di clima e banche.
“Nel riferire sul proprio impegno ad allinearsi con l’accordo di Parigi, solo un istituto su cinque circa rivela le metodologie, le definizioni dei criteri per tutte le cifre, le metriche e gli obiettivi segnalati come rilevanti”, lamenta. Se appena un 20 per cento comunica cosa fa, “più di un terzo delle istituzioni non rivela affatto questi aspetti”.
Se in termini di impegni per ridurre l’impatto dell’economia sull’ambiente indicazioni non ve ne sono, non cambia molto la comunicazione circa l’esposizione bancaria. Nonostante l’invito della Banca centrale europea a diffondere le informazioni relative alle esposizioni bancaria ai rischi legati ai cambiamenti climatici, il lavoro dell’eurozona in tal senso è ancora “marginale, tanto che “nessuna delle 115 banche vigilate direttamente dalla BCE soddisfa pienamente le nostre aspettative di vigilanza in materia di informativa”, continua il membro del board dell’Eurotower.
Tanto per fare un esempio, pratico, “nel 2021 sette banche su dieci hanno divulgato informazioni sulla gestione e governance dei rischi legati al clima e all’ambiente, rispetto a cinque su dieci nel 2020”. Mentre “solo quattro su dieci hanno condiviso informazioni rilevanti” sull’incorporazione dei rischi climatici e ambientali nelle loro considerazioni strategiche, rispetto a tre su dieci nel 2020”.
Gli istituti di credito, ancora, comunicano quello che vogliono. “Vediamo una notevole disconnessione tra la percezione delle banche dell’importanza dei rischi legati al clima e all’ambiente come comunicato a noi, l’autorità di vigilanza, e ciò che le banche scelgono di divulgare pubblicamente”. Elderson, in modo elegante, precisa che le banche creano volutamente confusione. “Le banche stanno cercando di compensare la scarsa qualità delle loro informazioni divulgando un grande volume di informazioni su argomenti verdi”.