Bruxelles – Politica agricola europea allineata con gli obiettivi ‘verdi’ del Green Deal. Da quando il Patto verde dell’UE è stato varato dalla Commissione nel 2019, l’allineamento con la politica agricola dell’UE è stato uno dei nodi principali nei negoziati a Bruxelles per la riforma della PAC post 2020, su cui un accordo si è trovato solo a giugno 2021 e che entrerà formalmente in vigore dal primo gennaio 2023 fino al 2027.
Con l’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina, nei giorni scorsi si sono moltiplicate le richieste da parte del mondo politico e di gruppi di pressione per dare priorità alla sicurezza alimentare, dati i timori di una crisi di approvvigionamento causata dal conflitto. Mosca e Kiev sono tra i principali fornitori agricoli al mondo, costituiscono circa il 30 per cento del commercio mondiale di grano, il 32 per cento di orzo, il 17 per cento di mais e oltre il 50 per cento di oli commestibili.
Anche se l’impatto della guerra Russia-Ucraina sui mercati agroalimentari mondiali ed europei è ancora in fase di valutazione da parte degli esperti, ci si aspetta che sia considerevole. Al vertice di giovedì e venerdì (11-12 marzo) i capi di Stato e governo riuniti a Versailles si sono impegnati a migliorare la sicurezza alimentare europea “riducendo la nostra dipendenza dai prodotti agricoli importati e dagli input”, mentre alcuni di loro, vedi l’Ungheria, hanno già adottato misure per limitare le esportazioni di grano. A risentire della crisi in corso, non solo il commercio di materie prime agricole ma anche i costi di filiera, con l’aumento del prezzo dei fertilizzanti e del carburante.
A Bruxelles si è aperto un dibattito sempre più ampio sul fatto che le strategie UE per la sostenibilità possano contribuire a ridurre la produttività agricola, invece che assicurare la sicurezza alimentare dell’Europa in un momento di crisi. A sollevare il punto anche il premier Mario Draghi che in risposta a una interrogazione di Forza Italia durante il question time alla Camera la scorsa settimana si è chiesto se non sia il caso di ripensare anche alcuni principi della PAC, che rappresentano un ostacolo all’aumento della produzione.
La politica agricola europea “non consente di aumentare facilmente la superficie coltivabile e dovrà essere riconsiderata. Viviamo un periodo di emergenza e il contesto regolatorio attuale va rivisto”, ha detto Draghi. La Commissione Europea, su mandato della presidenza di turno della Francia, sta esaminando tutte le “misure volte a garantire e rafforzare la capacità produttiva dell’Europa nel 2022”, ci assicura una fonte. Ma non ha intenzione di ridimensionare il ruolo delle due strategie per la sostenibilità dell’agroalimentare, le costole agricole del Green Deal UE.
Tra le misure al vaglio, la Commissione sta prendendo in considerazione anche la sospensione temporanea delle cosiddette aree di interesse ecologico, le EFA (ecological focus area), un principio presente nella cornice dell’attuale PAC che vincola gli agricoltori con superficie coltivabile superiore a 15 ettari a garantire che almeno il 5 per cento del loro terreno sia salvaguardato per migliorare il rispetto della biodiversità nelle aziende agricole. La sospensione temporanea è una proposta che è stata avanzata anche dalla commissione agricoltura (AGRI) del Parlamento europeo che su questo tema avrà uno scambio di vedute in questi giorni con la Commissione Europea.
“Si tratta di circa nove milioni di ettari”, spiega a Eunews l’eurodeputato Paolo De Castro, che potrebbero essere sfruttati per aumentare la produzione agricola europea. “Serve valutare tutto ciò che in questo momento può aumentare la produzione in Europa”, aggiunge. Un pacchetto straordinario di misure “per aiutarci ad affrontare la carenza di materie prime, in particolare mais, olio di semi e anche affrontare il problema dei fertilizzanti”, che risentono dei prezzi elevati del gas e anche del fatto che la Russia detiene quasi il monopolio di nitrati e potassio che vengono usati per produrli.
L’Europarlamento è compatto nel far leva su un doppio obiettivo per affrontare questo momento di crisi: da una parte “l’aumento della produzione in Europa, dall’altro, come per il gas, una strategia di diversificazione dei fornitori”, ad esempio guardando ad altri partner commerciali dell’UE, come Stati Uniti e America Latina. Vanno ripensate “tutte le iniziative che contribuiscono a limitare la produzione in UE andrebbero sospese in un momento così complicato”. La Commissione europea conferma di star valutando la questione e ora “ha ora chiesto agli Stati membri di condividere informazioni” su come potrebbero riutilizzare le aree solitamente a riposo per aumentare la produzione, spiega a Eunews una fonte Ue.
La PAC è una delle principali politiche europee, vale il 31 per cento dell’intero bilancio UE a lungo termine (quasi 337 miliardi di euro) fino al 2027. Tra le principali novità della riforma PAC c’è proprio il tentativo di un maggiore contributo della politica agricola europea per gli obiettivi di sostenibilità. Gli Stati membri hanno dovuto presentare alla Commissione i piani strategici, con cui hanno dettagliato come intendono perseguire i 9 obiettivi della PAC concordati a livello europeo, tra cui quelli ambientali. E’ stato inoltre inserito un collegamento diretto tra i finanziamenti della PAC e le pratiche verdi: il 25 per cento dei pagamenti diretti (il primo pilastro della PAC) andrà a finanziare gli eco regimi; mentre dal secondo pilastro, lo sviluppo rurale, il 35 per cento dei fondi sarà destinato alla spesa per ambiente e clima.
A Roma il dibattito sul futuro dell’agroalimentare europeo
Una PAC che spinge l’acceleratore sulla transizione ‘green’ ma che, alla luce della crisi in Ucraina che si abbatte anche sul comparto agricolo, fa aumentare anche i timori che la dimensione ambientale possa far perdere di vista il primo obiettivo della politica agricola europea, quello di sostegno economico agli oltre 7 milioni di agricoltori attivi in UE.
Alla domanda su quali potrebbero essere le ripercussioni della crisi scatenata dalla guerra in Ucraina sul processo di trasformazione dell’agricoltura nell’UE cercherà di rispondere l’evento organizzato dalla redazione di Eunews dal titolo “Nuova PAC, quale futuro per l’agroalimentare europeo?”, in programma lunedì 28 marzo in formato ibrido, a Roma in presenza e anche online. Ministro e sottosegretario, deputati italiani ed europei, rappresentanti delle associazioni di categoria a confronto per un dibattito sul futuro dell’agroalimentare europeo e italiano.
L’evento si aprirà con una intervista al ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e attraverso tre panel si ripercorreranno i principali cambiamenti che comporterà la riforma dalla politica agricola europea a partire dal prossimo anno. Il primo panel sarà un’occasione di confronto istituzionale sulle novità introdotte a partire dal 2023, con le opportunità per il settore agricolo e le altre criticità. Attraverso il secondo panel si affronterà il tema specifico della protezione dal rischio per gli agricoltori e gli allevatori, ripercorrendo tutte le novità che saranno introdotte a partire dall’avvio del prossimo esercizio finanziario come le opportunità per accedere a polizze assicurative che proteggano il comparto e riducano disomogeneità a livello nazionale. Nel terzo e ultimo panel il focus sarà su come l’UE punta a rivoluzionare il settore della zootecnia per renderlo più sostenibile e ridurne l’impatto sulla natura e su come coniugare la spinta verso la sostenibilità ambientale con l’esigenza di preservare l’economia italiana e europea.