Bruxelles – Non solo gas naturale, ma anche carbone e petrolio. I capi di Stato e governo riuniti alla due giorni di Consiglio europeo a Versailles si sono impegnati a ridurre in maniera graduale la loro dipendenza (quindi le importazioni) da tutti i combustibili fossili in arrivo da Mosca, alla luce dell’aggressione del Cremlino ai danni dell’integrità territoriale dell’Ucraina. La situazione attuale “richiede una profonda rivalutazione del modo in cui garantiamo la sicurezza dei nostri approvvigionamenti energetici e quindi dobbiamo eliminare gradualmente la nostra dipendenza dal gas, dal petrolio e dal carbone il più presto possibile”, si legge nel secondo paragrafo delle dieci pagine di dichiarazione di Versailles dedicato a come ridurre la dipendenza energetica dell’UE.
Fino a pochi giorni fa si discuteva solo di gas, ora il dibattito si è esteso anche alle altre risorse energetiche di cui l’UE è fortemente dipendente da terzi. Secondo i dati che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha snocciolato nella serata di ieri, l’UE è dipendente per il 45 per cento dal carbone importato dalla Russia, per quasi il 28 per cento per il petrolio greggio e per il 38 per cento dal gas (dati aggiornati al 2020).
La Commissione Europea ha presentato ieri al vertice il suo piano per l’indipendenza dall’energia di Mosca presentato l’8 marzo – che si basa, principalmente, sulla diversificazione dei fornitori di gas, accelerazione sulle rinnovabili e abbattimento dei consumi di energia – e ha ricevuto il mandato da parte dei leader europei di presentare entro la metà di maggio la parte operativa del suo piano REPower EU per arrivare a eliminare “gradualmente” la sua dipendenza dai combustibili fossili in arrivo da Mosca entro il 2027. I capi di stato e governo hanno dato mandato all’esecutivo anche di presentare “entro fine marzo” un piano di sicurezza per affrontare l’instabilità dei prezzi sul mercato energetico europeo.
Le risposte dell’UE alla crisi del gas
E’ un’agenda fitta di appuntamenti quella delle prossime settimane. Oltre al piano per il phase-out da gas, petrolio e carbone russi entro il 2027, entro metà maggio la Commissione presenterà delle opzioni per ottimizzare la struttura del mercato europeo dell’elettricità in modo che sia più stabile di fronte alle crisi. Se ne parla da ottobre, quando sono iniziate le preoccupazioni su possibili tagli alle forniture di gas da parte della Russia, in un clima di tensione sempre più accentuato. Una valutazione che l’Esecutivo europeo farà sulla base della relazione finale dell’Agenzia dell’UE per la cooperazione tra i regolatori dell’energia (ACER) prevista in aprile e sulla base della quale deciderà come agire, anche se l’ipotesi più probabile è che si decida di disaccoppiare i prezzi del gas e dell’elettricità per evitare che siano influenzati a vicenda (se sale uno, sale anche l’altro).
Von der Leyen insiste sulla necessità di agire quanto prima per proteggere i consumatori europei dal rincaro dei prezzi energetici. “I consumatori e le aziende hanno bisogno del nostro sostegno adesso. E’ nostro dovere garantire forniture stabili e accessibili” economicamente, ha messo in chiaro parlando in conferenza stampa al termine del vertice. Entro la fine di marzo, la Commissione europea metterà sul tavolo quindi alcune opzioni per limitare il contagio dell’aumento dei prezzi dell’energia, come il tetto temporaneo ai prezzi del gas richiesto in questi giorni da molti Stati membri. Sarà presentata la proposta già annunciata per riempire le riserve di gas europee al 90 per cento ogni anno prima dell’inizio dell’inverno e lanciata la task force per monitorare questo obiettivo.
Il piano per l’indipendenza dal gas russo presentato in settimana si basa principalmente sulla diversificazione dei fornitori e sullo sfruttamento di più volume di gas naturale liquefatto. “Con i nostri fornitori di gas naturale liquefatto” internazionali e i terminali di rigassificazione “saremo in grado di compensare gran parte del gas russo” per arrivare a una riduzione di almeno due terzi del gas in arrivo da Mosca entro fine 2022, ha assicurato parlando in conferenza stampa. Conferma che per ora non c’è alcun piano da parte di Bruxelles per mettere al bando immediato le importazioni energetiche in arrivo dalla Russia – come hanno deciso Stati Uniti e Regno Uniti, e come ieri ha incalzato anche la presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola. Si tratta di una riduzione progressiva, cercando alternative e altri canali di approvvigionamento. “Non abbiamo mai avuto così tante navi trasportatrici di gnl in arrivo in Europa come a gennaio, perché ci siamo attivati per tempo”, ha detto.
Diversificare il gas, ma anche energia verde. Per ridurre la dipendenza UE dai combustibili russi “dobbiamo investire in rinnovabili, biometano e anche idrogeno“, ha aggiunto, sottolineando che in particolare l’idrogeno “è tra le nostre sfide principali, qualunque cosa facciamo oggi con il gas e con il gas naturale liquefatto potremmo usare le infrastrutture per il passaggio dell’idrogeno. È la perfetta transizione verso l’idrogeno, che sarà una delle risorse del futuro”. Per il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la sfida dell’indipendenza energetica “non è nuova l’UE, ci siamo imbarcati nel percorso verso la neutralità dal carbonio entro il 2050. Ma ora dobbiamo liberarci della dipendenza dal gas russo e ci serve un piano per il prossimo inverno”, per non rimanere con le riserve a secco. I capi di Stato e governo affronteranno di nuovo la questione energia, in particolare il picco dei prezzi e la stabilità del mercato, al prossimo vertice del 24-25 marzo a Bruxelles.