Bruxelles – Disumano. È il termine che usa la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, per descrivere il bombardamento russo di un reparto di maternità e di un ospedale pediatrico della città assediata di Mariupol che ieri (9 marzo) si è reso protagonista di tutte le cronache della guerra in atto in Ucraina. E’ un atto “di disumanità che riassume la natura della minaccia che dobbiamo affrontare”, così Metsola si rivolge ai capi di Stato e governo riuniti a Versailles al Consiglio europeo straordinario, invitandoli riconsiderare il ruolo dell’Europa nel mondo e nel contesto di crisi geopolitica che stiamo vivendo. Sul tavolo del vertice – che andrà avanti fino a domani nella città francese – c’è la crisi ucraina e le sue conseguenze in UE, i leader cercheranno di capire come finanziare la propria indipendenza energetica da Mosca oltre che le sue capacità di difesa.
La presidente dell’Europarlamento, al suo secondo Consiglio da quando è stata eletta, esordisce accendendo i riflettori sulla disumanità della guerra di Putin, come a dire che ad azioni sproporzionate devono corrispondere misure altrettanto eccezionali, più di quanto l’UE non abbia già fatto con quattro pacchetti di sanzioni varati in poche settimane. “È giunto il momento per l’Unione di inviare un messaggio chiaro a Putin”, ha detto la presidente, “limitando anche l’importazione di beni di esportazione russi, compresi gas, petrolio e carbone”. Entra quindi a gamba tesa in uno dei temi caldi sul tavolo di Versailles, ovvero le sanzioni energetiche contro Mosca che finora l’UE ha cercato di evitare in tutti i modi per evitare una vera crisi di approvvigionamento dal momento che buona parte dei combustibili fossili importati in UE vengono da lì.
Ciò che sta avvenendo giustifica, per Metsola, un dietrofront su questo atteggiamento troppo prudente dell’Unione. Solo martedì, Stati Uniti e Regno Unito hanno annunciato limitazioni alle importazioni di petrolio, gas e altre fonti energetiche provenienti da Mosca: una decisione molto dura, che avrà conseguenze sul mercato energetico globale, proprio mentre la Commissione Europea proponeva un pacchetto di misure per ridurre la sua dipendenza dal gas russo ma escludendo nei fatti la possibilità di un blocco delle importazioni russe. “Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per ridurre la nostra dipendenza energetica dal Cremlino”, ha aggiunto Metsola. “Il nostro obiettivo immediato deve essere la sicurezza energetica”, che deriva dalla diversità “delle nostre fonti di energia, fornitori e vie di approvvigionamento”, dice, in sostanza sposando la linea adottata dalla Commissione nel suo piano per l’indipendenza che oggi sarà sottoposto al giudizio degli Stati membri.
“Sappiamo che Putin non si fermerà a Kiev, così come non si è fermato in Crimea”, ha aggiunto Metsola, in riferimento all’annessione illegale della penisola ucraina del 2014 e per cui ancora sono attive le sanzioni europee. Non si fermerà ed è per questo che le nostre “sanzioni devono continuare a mordere forte”. Propone che agli oligarchi del Cremlino sia “negato l’accesso alle comodità a cui si sono abituati in Europa. Le nostre imprese non devono più guardare alla Russia per crescere”.
L’indipendenza dell’UE non passa solo per le risorse energetiche, ma anche per la difesa comune, marginale nel dibattito europeo fino a poco tempo fa e che oggi, invece, è tra i temi di maggiore urgenza. “Abbiamo urgente bisogno di aumentare i nostri investimenti nella difesa e nelle tecnologie innovative e continuare a costruire una vera Unione della sicurezza e della difesa“, ha incalzato la presidente. Per Metsola bisogna aumentare i bilanci nazionali destinati alla difesa e “fare un uso intelligente del nostro bilancio comune dell’UE, per garantire che le esigenze di capacità possano essere soddisfatte da finanziamenti collettivi”. Sembra essere un riferimento all’iniziativa che proporrà il presidente francese Emmanuel Macron di un nuovo fondo di debito comune – sulla scia del Next Generation EU varato per la ripresa dalla pandemia COVID-19 – per finanziare l’indipendenza energetica e le capacità di difesa dell’UE, che sarà discusso al vertice.
Ci sarà tempo e modo per parlare di solidarietà ed accoglienza per chi scappa dalla guerra di Putin e anche di come affrontare i timori di una insicurezza alimentare nel continente. “Gli Stati membri hanno guidato gli sforzi per accogliere più di 2 milioni di ucraini nelle nostre comunità e nelle nostre famiglie. Abbiamo fornito all’Ucraina aiuti, armi e, con una prospettiva europea aperta, attraverso la loro candidatura ad entrare nell’Unione, dando loro la speranza di cementare il loro futuro europeo”, ha ricordato.
La presidente ha chiuso il suo discorso ai leader sottolineando che quanto stanno facendo Putin e Lukashenko (il presidente di Bielorussia) è un “crimine di guerra”, mette a repentaglio l’ordine mondiale democratico e dovranno risponderne di fronte al “Tribunale penale internazionale” quando sarà il momento e la guerra sarà finita. “Sarebbe la vittoria definitiva per il popolo ucraino, per lo Stato di diritto e per il nostro stile di vita basato su regole”.