Bruxelles – Tutela immediata, automatica, senza bisogno di fare richieste di asilo ed evitare le procedure del caso. L’UE apre le porte ai profughi ucraini attraverso il meccanismo della protezione temporanea, procedura speciale prevista dalla direttiva del 2001 e fin qui mai utilizzata. Si tratta di un dispositivo che permette di aggirare le regole comuni in materia di asilo. Se l’impianto generale comunitario sostiene che i Paesi di primo arrivo sono quelli che devono farsi carico dei richiedenti asilo, ai sensi della direttiva invocata dai Ventisette prevede tutela immediata in caso di “afflusso massiccio di sfollati provenienti da paesi terzi” che non possono rientrare nel proprio Paese. Un regime di accoglienza pensato per situazioni in cui vi sia “il rischio che il sistema d’asilo non possa far fronte a tale afflusso senza effetti pregiudizievoli per il suo corretto funzionamento, per gli interessi delle persone di cui trattasi e degli altri richiedenti protezione”.
“C’è una maggioranza schiacciante per l’attivazione di questo meccanismo”, assicura Gérald Darmanin, ministro degli Interni della Francia, Paese che detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’UE. Per procedere in questo senso non serve alcuna unanimità, quanto maggioranza qualificata, che sembra essere raggiunta, tanto che “la presidenza francese inserirà la questione nell’agenda di giovedì prossimo” (4 marzo), giorno di riunione ordinaria del consiglio Affari interni.
La speciale assistenza può essere garantita tre anni. Si inizia con un periodo di 12 mesi, rinnovabile fino a 36 mesi. Si dovrà fare il punto di volta in volta, ma la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, ricorda innanzitutto che questa meccanismo riconosce automaticamente “anche il diritto di lavoro”. Per questo qualche ministro ha espresso dubbi circa l’eventualità di attivare fin da subito questa protezione temporanea, poiché si temono ricadute sul mercato di lavoro.
Non è ancora chiaro come si procederà in termini di redistribuzione. Fin qui, spiega ancora Johannson, quanti hanno già nell’UE amici o parenti stanno dirigendosi da loro. “Molte persone entrate in Romania, Polonia e Slovacchia si stanno spostando verso altri Paesi” quali Italia, Germania, Portogallo, Repubblica ceca. Possono farlo, in virtù di accordi bilaterali che prevedono l’abolizione di obbligo di visti, permettendo di muoversi liberamente all’interno del territorio dell’UE.