Bruxelles – Accelerare la diffusione delle rinnovabili e abbreviare le procedure di rilascio delle autorizzazioni. Sono alcune delle raccomandazioni del Parlamento Europeo contenute in una relazione non vincolante sulla strategia europea per le energie rinnovabili offshore a prima firma dell’eurodeputato liberale Morten Petersen (Renew Europe) adottata questa mattina a Strasburgo con 518 voti favorevoli, 88 contrari e 85 astenuti.
Gli eurodeputati hanno formulato le proprie raccomandazioni in risposta a una comunicazione della Commissione europea sulle rinnovabili offshore pubblicata a novembre 2020 e sottolineano l’importanza di accelerarne la diffusione per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030 e 2050. Gli Stati dovrebbero migliorare ed espandere le infrastrutture esistenti e andrebbero abbreviate le procedure per le autorizzazioni, uno dei principali ostacoli allo sviluppo di nuova capacità su larga scala.
Secondo l’Europarlamento i nuovi parchi eolici offshore, costruiti in mezzo al mare, devono essere costruiti in maniera sostenibile e in modo da proteggere la biodiversità marina. I deputati insistono sulla necessità di garantire “la coesistenza dei parchi eolici offshore con le attività esistenti, come la pesca e il trasporto marittimo”, si legge nella relazione adottata. Fondamentale “progettare, sviluppare e distribuire l’energia rinnovabile offshore in modo circolare e rinnovabile”, vista la necessità di impiegare notevoli quantità di metalli e minerali per costruirli. Chiedono infine un divieto di discarica in tutta l’UE per le pale eoliche dismesse da stabilire entro il 2025. “La strategia delle energie rinnovabili offshore è la chiave per la transizione verde dove il tempo è essenziale”, ha commentato il relatore Petersen dopo il voto. “Abbiamo bisogno di molta elettricità verde per raggiungere i nostri obiettivi climatici e la strategia per le energie rinnovabili offshore è assolutamente essenziale in questo senso”.
La Commissione UE ha presentato a novembre 2020 la sua strategia per le energie rinnovabili offshore dell’Unione europea, che punta ad aumentare di cinque volte la capacità eolica offshore dell’Unione europea al 2030 e di venticinque entro il 2050, con l’obiettivo di portare l’attuale livello di capacità offshore dagli attuali 12 gigawatt ad almeno 60 GW entro dieci anni e a 300 Gigawatt entro la metà del secolo. A questa capacità, la Commissione punta ad aggiungere entro il 2050 ulteriori 40 GW provenienti da energia oceanica (proveniente dai moti delle acque) e da altre tecnologie emergenti, come l’eolico e il fotovoltaico galleggianti (ovvero strutture eoliche e fotovoltaiche montate su una piattaforma galleggiante in mezzo all’acqua). L’idea è quella di sfruttare maggiormente lo spazio marittimo del Mare del Nord o il Mar Baltico ma anche Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico che secondo la Commissione hanno tutti un forte potenziale per una maggiore diffusione delle turbine eoliche e delle tecnologie rinnovabili oceaniche. La Commissione stima che per questo piano fino al 2050 saranno necessari investimenti per quasi 800 miliardi di euro.