Roma – “Farò il mio dovere, avevo altri piani, ma sarò sempre rispettoso del Parlamento”. Così Sergio Mattarella accoglie la richiesta di restare al suo posto. Dopo una settimana lunghissima di trattative e nomi bruciati sull’altare delle convenienze di parte, il Parlamento dichiara la resa e si rivolge nuovamente al presidente uscente pregandolo di accettare.
L’ottavo scrutinio consegna al Capo dello Stato 759 schede e nella classifica delle votazioni dei presidenti si piazza al secondo posto, dopo quella di Sandro Pertini che nel 1978 prese 832 voti. Il quorum è stato superato poco dopo le 20.00 ed è stato seguito da un lunghissimo applauso dell’Aula.
Ritorna alla mente quell’immagine di tutti in piedi nei palchi, gli applausi per lunghi minuti, il bis dal loggione per lui e non per l’orchestra e i cantanti al teatro alla Scala meno di due mesi fa. Quasi una premonizione del secondo mandato, quando nessuno avrebbe scommesso. Anche perché erano stati innumerevoli gli interventi in cui il presidente uscente aveva negato la possibilità di un altro settennato per ragioni di età e per convinzione costituzionale.
Una rielezione che fa tutti contenti e tra chi l’accoglierà positivamente ci saranno le cancellerie internazionali, la Commissione e il Parlamento europeo per le ovvie ragioni di tenuta della stabilità politica del Paese. Questo passaggio poteva far correre dei rischi per il governo: la conferma di Mattarella significa che anche il premier Draghi resterà a Palazzo Chigi e l’ancoraggio europeista rimane solido. Una buona notizia anche per il percorso del PNRR e probabilmente anche per gli investitori e i mercati finanziari internazionali. Ed è Draghi tra i primi a felicitarsi: “La rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica è una splendida notizia per gli italiani. Sono grato al Presidente per la sua scelta di assecondare la fortissima volontà del Parlamento di rieleggerlo per un secondo mandato”.
Il film della settimana ha evidenziato ancora una volta l’imprevedibilità della politica e un parlamento molto frammentato che ha messo i partiti alle strette e portato alla rielezione come soluzione inevitabile. Limiti oggettivi ma anche accompagnati da un negoziato non condotto nel migliore dei modi. Il passaggio più pesante è stato probabilmente la bocciatura della presidente del Senato Elisabetta Casellati sacrificata dal centrodestra alla quinta votazione.
Scontri e veti che non hanno dato una bella immagine del Paese – commenta il segretario del PD Enrico Letta – la figura di Mattarella fa felici tutti gli italiani, il Parlamento ha interpretato un sentimento diffuso nel Paese”. Letta ha tenuto fino all’ultimo l’obiettivo del Pd di portare al Quirinale il premier Draghi ma alla fine si arreso alla contrarietà di tutta la maggioranza.
“L’opzione di Mattarella è sempre stata sul tavolo – dice il leader dei Cinquestelle Giuseppe Conte – con l’obiettivo primario di rafforzare la stabilità dell’esecutivo”. Le trattative tuttavia non sono andate sempre in questa direzione e il gruppo M5S in diverse occasioni ha sbandato.
“Ho la coscienza a posto, ho fatto numerose proposte tutte di alto livello, tutte bocciate dalla sinistra. Ho preso atto ma non si poteva andare avanti un’altra settimana e sentirsi rispondere sempre dei no”, si difende il segretario della Lega Matteo Salvini, dall’accusa di aver gestito male la trattativa. La partita del Quirinale porta nella Lega e nella coalizione strascichi pesanti e ora l’obiettivo è il governo “con la necessità di un rilancio” dice il capo leghista: le divergenze con il ministro Giorgetti e i governatori tornano a galla.
Festeggia tutta la pattuglia centrista con Italia Viva e Forza Italia che subisce lo smacco dei franchi tiratori contro Casellati ma tiene al riparo il governo Draghi.
Voce in dissenso quella di Fratelli d’Italia che ha votato il candidato di bandiera Carlo Nordio. “Un Parlamento delegittimato che ha barattato sette anni di Quirinale per sette mesi di stipendio”, i toni durissimi della leader Giorgia Meloni delusa anche dalla sua coalizione, “un centrodestra che ora deve essere ricostruito da zero”.
La prossima settimana camere nuovamente riunite per il giuramento del presidente confermato. L’attenzione e l’interesse particolare sarà tutta per le parole che Mattarella dedicherà alla situazione di debolezza e ai limiti della politica che ha portato per la seconda volta a una rielezione, contemplata dalla Costituzione ma che segnala anche un anomalia.