Bruxelles – Diritto alla disconnessione, accesso a Internet ovunque, per tutti e a prezzi accessibili, formazione e servizi pubblici digitalizzati, informazioni trasparenti sull’impatto ambientale e sull’utilizzo dei dati personali. Sono questi i diritti digitali dei cittadini dell’Unione Europea che dovranno essere protetti, come emerge dal progetto della Commissione UE per una dichiarazione di diritti e principi che guiderà la transizione digitale nell’Unione.
La proposta dell’esecutivo UE a Parlamento e Consiglio di sottoscrivere una dichiarazione sui diritti digitali – che si basa sulle indicazioni emerse dalla consultazione pubblica aperta agli europei lo scorso anno – vuole essere un punto di riferimento sul tipo di trasformazione digitale che l’Unione promuoverà. Nel corso della conferenza stampa di presentazione, sia la vicepresidente della Commissione UE per il Digitale, Margrethe Vestager, sia il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, hanno sottolineato a più riprese che “non si tratta di una dichiarazione che introduce nuovi principi, ma che proietta nel mondo online i valori che già proteggiamo offline“, come la privacy, la salute dei minori, il copyright e l’accesso universale ai servizi pubblici.
C’è anche l’impronta dell’ex-presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, in questa proposta: nei suoi ultimi anni di vita aveva promosso con forza l’idea dell’accesso a Internet come nuovo diritto umano. Anche per questo motivo la promozione e l’attuazione dei diritti digitali che saranno enunciati nella futura dichiarazione (attesa entro l’estate del 2022) sarà una responsabilità condivisa da tutte le istituzioni dell’UE e dai Paesi membri.
La bozza di dichiarazione mette al centro principi come la solidarietà, l’inclusione, la libertà di scelta online, la sicurezza e la sostenibilità del futuro digitale, concentrandosi sugli aspetti concreti delle vite dei cittadini europei. Per esempio, la necessità di uno spazio digitale sicuro per i bambini, il monitoraggio della condivisione dei dati personali, la sicurezza per i lavoratori di potersi disconnettere dopo l’orario di lavoro, l’offerta per gli studenti di aule ben attrezzate e insegnanti digitalmente qualificati e una connettività ad alta velocità su tutto il territorio comunitario.
Proprio per monitorare gli effetti concreti della dichiarazione e degli obiettivi fissati dalla Bussola Digitale 2030, a settembre dello scorso anno la Commissione ha proposto un meccanismo di cooperazione annuale con gli Stati membri nei settori delle competenze, delle infrastrutture e della digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici. Ma, come è emerso da un recente sondaggio speciale dell’Eurobarometro, a preoccupare è soprattutto il livello di conoscenza dei rischi e dei diritti nell’ambiente digitale da parte dei cittadini dell’UE: due su cinque non sono consapevoli che libertà di espressione, privacy e non-discriminazione sono valori che devono essere rispettati anche su Internet. “La dichiarazione dei diritti e dei principi digitali stabilisce una volta per tutte che ciò che è illegale offline deve essere illegale anche online“, hanno sottolineato con forza Vestager e Breton.