Bruxelles – La Commissione Europea non ha intenzione di mettere da parte tanto presto il Green pass per viaggiare nella UE e presenterà a “breve” la proposta legislativa per estendere il regolamento che lo ha messo in funzione, che essendo entrato in vigore il primo luglio 2021 scadrà alla fine di giugno (ha validità di 12 mesi). “Sulla gestione della pandemia COVID-19 è necessario continuare a coordinarci e il Certificato digitale COVID dell’UE (il nome ufficiale del Green Pass) ha dimostrato di essere uno strumento di successo”, ha ribadito oggi (25 gennaio) il vicepresidente esecutivo Maroš Šefčovič parlando in conferenza stampa al termine della riunione del Consiglio Affari Generali che si è svolta a Bruxelles e annunciando che quanto prima la Commissione avanzerà la proposta.
Una riunione in cui i ministri dei Ventisette si sono accordati su un nuovo pacchetto di regole coordinate per i viaggi in UE, in cui hanno messo al centro proprio il Green Pass – dotato di prova di vaccinazione, di guarigione o di test negativo – per evitare a chi ne è in possesso di essere sottoposto a ulteriori restrizioni all’arrivo in un altro Paese. Il primo Consiglio Affari Generali sotto la presidenza francese di turno e la guida del ministro per gli Affari Europei, Clement Beaune, il quale ha riconosciuto le difficoltà di avviare la presidenza in un momento di recrudescenza pandemica, che costringe Parigi a organizzare gli eventi in formato ibrido almeno fino “a metà febbraio”.
Anche per Beaune il Green pass è storia europea di successo, lo strumento non è perfetto ma aiuta i governi a mantenere un approccio più coordinato di quanto non fosse prima (se pure sono liberi di mantenere aperte o chiuse le proprie frontiere). Oggi è arrivato il via libera sulle regole per viaggiare dentro l’UE, ma la presidenza francese intende “lavorare velocemente anche sulle raccomandazioni che riguardano i viaggi da fuori Unione Europea” e che dovrebbero essere in vigore dal primo marzo, al netto di un via libera dei governi.
La Commissione Europea, dal canto suo, promette che sosterrà gli Stati membri nella gestione alla pandemia e come è stato per la distribuzione dei vaccini nella UE “stiamo lavorando per assicurarci che anche le terapie (anti-Covid) siano disponibili contemporaneamente in tutta l’UE”, assicura Šefčovič. Finora sei trattamenti terapeutici per la malattia COVID-19 hanno già ricevuto un’autorizzazione al commercio in UE, mentre l’Esecutivo ha finalizzato due appalti congiunti con le case farmaceutiche.
Bruxelles lavora sul fronte interno delle vaccinazioni e delle terapie, alle prese con la variante Omicron, ma parallelamente lavora per aumentare lo sforzo di solidarietà vaccinale in Africa. Soprattutto in vista del vertice UE-Unione Africana in programma il 17 e 18 febbraio, in cui i temi caldi sul tavolo saranno proprio i vaccini e la transizione energetica del continente africano. “La Commissione presenterà un pacchetto di sostegno alla vaccinazione attraverso Team Europe per accelerare l’introduzione e l’adozione del vaccino in Africa”, ha anticipato il vicepresidente.
Da Bruxelles finora sono arrivate 119 milioni di dosi di vaccini attraverso Team Europe, e di queste “104 milioni sono state consegnate tramite COVAX“, il programma internazionale nato sotto l’ombrello dell’Organizzazione mondiale della Sanità per la distribuzione di dosi di vaccini anti COVID tra i Paesi a basso e medio reddito. La donazione non basta, si è visto in più di un anno di attività, le grandi difficoltà che il programma ha avuto nel portare a compimento la sua missione di distribuire le dosi. “Presenteremo anche una serie di iniziative faro per aumentare la produzione locale di vaccini e medicinali, le capacità di salute pubblica, le strutture per la prevenzione delle pandemie e la salute digitale”, ha precisato Sefcovic.