Bruxelles – Da una parte la democrazia e i valori europei, dall’altra le priorità su clima, ambiente e salute. Si apre oggi (21 gennaio) in formato ibrido a Strasburgo (nei locali del Parlamento Europeo) e online la terza plenaria della Conferenza sul futuro dell’Europa, il dibattito tra istituzioni e cittadini dell’UE su quali riforme sia prioritario attuare per rendere il progetto europeo più efficiente. Il processo è arrivato ormai a metà del suo percorso, in tutto sono previste 6 sessioni plenarie fino alla primavera, quando saranno approvate delle conclusioni sulla base delle raccomandazioni dei cittadini.
Le raccomandazioni sul futuro dell’UE
La sessione durerà due giorni (fino a sabato 22) e vedrà il confronto tra i rappresentanti delle istituzioni europee (Commissione, Consiglio, Parlamento) con i cittadini sulle 90 raccomandazioni finora formulate sul futuro dell’UE. Il secondo panel dei cittadini dedicato a “Democrazia europea, valori e diritti, stato di diritto, sicurezza” ha adottato 39 raccomandazioni nella sessione finale che si è tenuta a metà dicembre a Firenze. Tra le altre cose, propongono assemblee cittadine con incontri periodici, dazi sulle emissioni agricole importate e sulle grandi imprese, la revisione del voto all’unanimità e l’istituzione di un Referendum europeo da usare “in casi eccezionali”.
A gennaio a Varsavia (Polonia) si è tenuta poi l’ultima riunione dei cittadini su “Cambiamento climatico, ambiente, salute” che ha portato alla finalizzazione di ulteriori 51 raccomandazioni dedicate a questi temi, tra cui la richiesta di inserire la salute tra le competenze concorrenti tra Stati membri e Unione Europea e dar vita a una Carta europea dell’ambiente. Quella che si terrà nel fine settimana è un’occasione importante per capire in che direzione sta andando la Conferenza e in che modo le istituzioni intendono dargli seguito.
Le parole di Emmanuel Macron in plenaria a Strasburgo questa settimana hanno rilanciato il dibattito sull’importanza di questa Conferenza per la Francia, proposta dal presidente francese stesso nel 2019 e poi accolta da David Sassoli, presidente dell’Eurocamera di allora. Di fronte agli eurodeputati, Macron ha parlato di una convergenza esistente con il nuovo governo in Germania per conferire all’Europarlamento il potere di proporre leggi nel quadro di questa Conferenza, nell’ottica di un rafforzamento democratico dell’UE (il Parlamento è l’unica istituzione eletta direttamente dai cittadini europei). Il diritto di iniziativa legislativa oggi spetta alla sola Commissione Europea e costringerebbe a una revisione dei trattati dell’UE, per la quale serve l’unanimità tra i governi. Parigi ha spinto perché la Conferenza si chiudesse sotto la sua presidenza e tra aprile e maggio avrà il compito di raccoglierne gli esiti.
La composizione della plenaria
La plenaria si compone di 108 rappresentanti del Parlamento europeo, 54 del Consiglio e 3 della Commissione europea, nonché da 108 rappresentanti di tutti i parlamenti nazionali e altrettanti 108 cittadini (80 sono i rappresentanti dei 4 panel europei di cittadini e 27 membri arrivano dai panel nazionali o di eventi della Conferenza insieme al presidente del Forum europeo della gioventù). Partecipano anche 18 rappresentanti del Comitato delle regioni e 18 del Comitato economico e sociale europeo, 6 rappresentanti eletti delle autorità regionali e 6 rappresentanti eletti delle autorità locali, 12 rappresentanti delle parti sociali e 8 rappresentanti della società civile.
L’omaggio a Sassoli
La plenaria si aprirà con un omaggio all’ex presidente del Parlamento Europeo, venuto a mancare nell’esercizio delle sue funzioni lo scorso 11 gennaio. David Sassoli è stato il netto difensore di questa Conferenza, ne ha accolto gli obiettivi fin dall’inizio e ne ha promosso i lavori anche durante la pandemia. Avviarla non è stato semplice: in qualità di capo del Parlamento europeo si è battuto con il Consiglio per mettere i cittadini al centro di questo processo e dare più spazio all’istituzione che presiedeva. Da quando è stata avviata non c’è stato discorso ai governi in cui non abbia ricordato l’importanza di affrontare il tema della riforma dei trattati dell’UE senza tabù, per dare un senso alla Conferenza e una dimensione più strutturata a questo esercizio di riforma. La sua eredità politica è anche questa e un modo per omaggiarla è anche non rendere un fallimento il progetto di riforma dell’Unione Europea in cui credeva.