Bruxelles – Festeggiano a destra, esultano anche a sinistra. Il nome di Roberta Metsola eletta oggi (18 gennaio) alla guida dell’Eurocamera mette d’accordo proprio tutto l’emiciclo di Strasburgo, soddisfatto prima di tutto di avere di nuovo una donna alla testa dell’Istituzione, dopo anni di presidenze tutte al maschile. Lo dimostra l’ampia convergenza dei gruppi politici sul nome di Metsola (458 voti a favore, le sarebbe bastato raggiungere la maggioranza di 309) e lo dimostrano le parole di incoraggiamento che i capogruppo dei partiti politici all’Europarlamento le hanno riservato in un breve dibattito che ha seguito la sua elezione in plenaria a Strasburgo. La deputata maltese arriva a sedersi sullo scranno più alto dell’Europarlamento quarant’anni dopo Simone Veil (1979-1982) e vent’anni dopo Nicole Fontaine (1999-2002) e promette di mantenerne vivo l’impegno.
La maggioranza che ha sostenuto Metsola è in parte frutto di un accordo politico di metà legislatura tra i tre principali gruppi al Parlamento Europeo – Partito popolare europeo (di cui Metsola fa parte), Socialisti&Democratici e Renew Europe – che già ieri aveva reso quasi sicura la nomina della deputata maltese. Dal PPE arrivano parole di orgoglio dal capogruppo Manfred Weber. “Questa plenaria ti ha dato un mandato forte, è un segnale che ci accingiamo ad affrontare i prossimi due anni e mezzo lavorando insieme al servizio dei cittadini”. Metsola è la più giovane presidente del Parlamento europeo, proviene dal piccolo Stato di Malta (“segno che anche i Paesi piccoli hanno peso politico”, sostiene Weber) e soprattutto “è una donna”. Ricorda infatti che anche la presidente della Commissione Europea è espressione politica del PPE. “Abbiamo proposto due candiate donne e questo è un segnale forte” da parte del gruppo, spesso accusato di essere fin troppo conservatore.
Essenziale per i Socialdemocratici (S&D) che Metsola porti avanti il mandato del presidente David Sassoli, scomparso l’11 gennaio a una settimana esatta dal rinnovo della carica. “Se lavorerà in questa direzione avrà il sostegno dei S&D”, assicura la capogruppo Iratxe Garcia Perez. Ci tiene a sottolineare che “da oggi non è più una parlamentare di un gruppo politico, è la presidente di tutti, e mi auguro le sappia difendere le posizioni che saranno espresse da tutti. Questa è democrazia e oggi più che mai abbiamo bisogno di difendere la democrazia europea. “Vogliamo due anni e mezzo di efficienza al servizio dei cittadini”, commenta per Renew Europe il liberale Stéphane Séjourné. “Contiamo che sappia costruire un nuovo modello europeo, sul digitale, sulla sicurezza e potrà contare su di noi per questo”.
I Verdi europei avevano una propria candidata, la svedese Alice Kuhnke, ma per il gruppo ecologista è una buona notizia che ci sia di nuovo una donna alla guida dell’Eurocamera. Solitamente su posizioni molto radicali, il co-presidente Philippe Lamberts riconosce lo slancio femminista fatto dal PPE nel candidare Metsola e von der Leyen alla guida delle due Istituzioni. “Spesso accusiamo il PPE di essere misogino e su posizioni patriarcali, ma questo gli va riconosciuto”. Aggiunge che “finalmente abbiamo di nuovo una donna al vertice del Parlamento europeo”, ma non è solo l’essere donna in senso assoluto a rappresentare un valore aggiunto. A Metsola riconosce “molte qualità e le competenze per assolvere al meglio questo incarico” e ricorda l’importanza di “avviare un processo di riforma che assicuri il rispetto delle minoranze ed un’equa distribuzione delle cariche e dei seggi a tutte le forze politiche” all’interno del Parlamento Europeo.
Dal gruppo ambientalista anche l’eurodeputata Eleonora Evi “auspica che possa onorare al meglio il suo ruolo in questo delicato momento, dove all’Europa spetta fronteggiare con prontezza le sfide che incombono, in primis quella posta dalla crisi climatica”. In una nota congiunta con Angelo Bonelli, co-portavoce Europa Verde, la deputata “sollecita interventi mirati che pongano al centro del rilancio economico la transizione ecologica. Siamo ancora lontani dall’obiettivo di una effettiva parità di genere, ed è verso questa direzione che è necessario indirizzare gli sforzi congiunti degli Stati membri, qualsiasi passo indietro sarebbe un’inaccettabile violazione dei principi fondanti dell’Unione europea”.
Convergenza sul nome della maltese arriva anche (quasi a sorpresa e a poche ore dall’elezione) dalla delegazione della Lega nel gruppo Identità e Democrazia, forse in cambio del sostegno del PPE alla nomina di Mara Bizzotto come vicepresidente (le elezioni dei 14 vicepresidenti si terranno domani). La sfida che si trova di fronte Metsola “già di per se non sarà facile”, sostiene il capogruppo Marco Zanni, perché la maltese raccoglie la forte “eredità del presidente Sassoli e perché nei prossimi due anni e mezzo le istituzioni europee si troveranno ad affrontare un dibattito molto importante sull’uscita dalla pandemia e sul funzionamento dell’istituzioni stesse”. “Guarderemo la sua presidenza molto attentamente”, assicura anche Raffaele Fitto di ECR (Conservatori e riformisti) dicendosi contento “che sia stata eletta una donna, ancora più contento perché è una donna che conosco e per la quale esprimo apprezzamento personale. Ha tutte le possibilità e competenze per svolgere questo ruolo”. Anche da parte di ECR esprime disponibilità al confronto e al dialogo.
Sostegno che arriva, infine, anche dall’ala opposta della Sinistra. “Il nostro gruppo la sosterrà in modo costruttivo nel suo mandato”, afferma il co-presidente tedesco Martin Schirdewan. “Il Parlamento è eletto dei cittadini, e vogliamo che le sappia ascoltare le voci dei cittadini. Non vedo l’ora di lavorare con lei per far avanzare i dossier”.
La nomina di Metsola è accolta con un caloroso benvenuto anche dalle altre istituzioni UE. “In quanto terza donna a capo di questa nobile casata, il tuo duro lavoro e la tua determinazione sono fonte di ispirazione per tutti noi. Lavoreremo a stretto contatto per la ripresa dell’UE e un futuro europeo verde, digitale e luminoso”, scrive in un tweet la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, anche lei espressione della maggioranza del PPE. “Il Parlamento europeo è il cuore pulsante della nostra democrazia europea, non vedo l’ora di collaborare con te, cara Roberta”, aggiunge il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.
Parole di incoraggiamento arrivano anche dal Quirinale. “L’Italia guarda con immutata fiducia al ruolo centrale, insostituibile, che l’Assemblea di Strasburgo svolge nel processo di integrazione continentale. Apice del dibattito politico europeo, sotto la sua guida il parlamento – ne sono certo – continuerà ad adoperarsi affinché i più alti ideali comuni trovino concrete applicazioni al servizio dei cittadini dell’Unione”, il commento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una nota.