Bruxelles – Adesso la Germania valuta l’astensione sulla proposta della Commissione UE di includere l’energia nucleare tra la lista delle opere verdi da finanziare con soli di europei. Berlino scioglierà la riserva “a breve”, spiegano fonti diplomatiche, che ipotizzano una presa di posizione chiara e ufficiale per la fine del mese. Nel frattempo si sfila dal gruppo dei Paesi decisi a bocciare la bozza di atto delegato sulla tassonomia.
“Al momento non ci sono motivi per unire gli sforzi per citare in giudizio la Commissione UE“, come invece annunciato dall’Austria, fanno sapere le fonti, ricordano le parole espresse dal portavoce del governo tedesco in materia. L’esecutivo guidato da Olaf Sholz non ha gradito l’idea di permettere, sia pur a certe condizioni, di continuare a produrre energia da atomo. In tal senso la ministra per l’Ambiente, la verde Steffi Lemke, ha categoricamente chiuso le porte in faccia a Bruxelles. “La SPD e il cancelliere Olaf Scholz hanno tutti chiarito nel complesso che il nucleare non è un investimento sostenibile dal punto di vista del governo federale tedesco”, ha spiegato nel corso di un’intervista a Radio Bayerische.
Al netto delle dichiarazioni però il governo tedesco adotta una linea più attendista. Verificherà a fondo la proposta, bocciata solo in linea di principio e su cui gli Stati membri posso esprimersi per l’approvazione, l’astensione e il rigetto. In tal senso va ricordato in occasione dell’ultimo vertice del Consiglio europeo gli Stati membri che si sono opposti al ricorso all’energia da atomo non erano in maggioranza. Servono 20 voti contrari su 27 per respingere l’atto delegato, numeri che non ci sono, e un eventuale voto contrario tedesco non servirebbe a cambiare gli equilibri.
“Ho forti dubbi che la proposta della Commissione UE possa ancora essere cambiata o emendata”, ha sottolineato, non a caso, Lemke. La Germania non può modificare la proposta, non vuole sostenerla, e capisce che è inutile tentare di affossarla. Una realtà dei fatti che induce i tedeschi a prendere tempo, e percorrere una via che possa evitare ulteriori tensioni tra i Ventisette, dove ora il Lussemburgo si schiera con l’Austria nelle minacce al ricorso alle vie legali. La Germania valuta l’astensione, ma bisognerà attendere le prossime settimane per capire come intende muoversi.