I videogiochi sono diventati ormai una vera e propria industria. Non si tratta più di semplici passatempi volti all’intrattenimento, ma di strumenti in grado di spalancare le porte persino allo sport professionistico. Già, perché se fino a qualche anno fa ci si limitava a collegare una console alla tv per giocare qualche partita in solitaria a un “picchiaduro” o a una simulazione calcistica, oggi i videogame sono pronti ad arricchire il programma delle Olimpiadi dopo l’esplosione del fenomeno degli eSports. In particolare, è stato il terzo millennio a rivoluzionare il concetto di videogioco.
La storia dei videogiochi: dove tutto ebbe inizio…
I videogiochi non vantano nemmeno un secolo di vita. Correva infatti l’anno 1947 quando è stata realizzata la prima attrazione destinata al tubo catodico: il macchinario contava 8 valvole termoelettroniche e ricordava gli schermi radar impiegati fino a poco prima nel corso della seconda guerra mondiale. Il gioco consisteva nel lancio di un missile verso un determinato bersaglio, senza sfruttare particolari componenti hardware, per non parlare di software e grafiche accattivanti, al punto che furono utilizzate delle pellicole trasparenti per indicare i punti da colpire. Molti esperimenti analoghi rimasero solo dei prototipi. Solo negli anni ’70 sono comparse le prime vere console domestiche, che hanno trovato i loro massimi esponenti nella Magnavox Odissey e nella Nintendo Color TV Game. I videogame, però, erano considerati quasi prodotti di nicchia e non ebbero grande successo in un primo momento, nemmeno con la seconda generazione dominata dall’Atari. Nel bel mezzo degli anni ’80 fu la Nintendo a stravolgere la scena, commercializzando il Nintendo Entertainment System e pubblicizzandolo più come un giocattolo che come una console per videogiochi. Ebbe dunque inizio la prima vera “console war” della storia dei videogiochi, che vide contrapposte la Nintendo e la SEGA, allora sul mercato con il Master System. Il duello è proseguito anche all’alba degli anni ’90 con l’ingresso nell’era dei 16 bit, quella della quarta generazione di console, che ha dato vita al Super Nintendo e al SEGA Mega Drive, indubbiamente i due sistemi più iconici del settore prima dell’avvento della PlayStation.
Com’è cambiata la storia dei videogiochi tra il secondo e il terzo millennio
Prima di passare ai 64 bit, a metà degli anni ’90 la Nintendo provò a potenziare il Super Nintendo mediante una periferica che consentisse l’utilizzo di giochi in formato cd, così da abbandonare le più dispendiose cartucce. A tal proposito fu avviata una collaborazione con la Sony, che però non convinse appieno i padri di Super Mario, che virarono sulla Philips. La Sony, però, non si diede per vinta e a quel punto decise di riciclare i progetti studiati a braccetto con la “grande N” per sviluppare una console in proprio, la PlayStation. Eccoci giunti così alla quinta generazione delle console, che vide la Nintendo perdere parecchio terreno rispetto alla concorrenza dopo l’uscita del Nintendo 64, che continuò a sfruttare il supporto delle cartucce e disponeva di un parco titoli più limitato rispetto ai nuovi sistemi in circolazione. La SEGA, invece, si è ritirata dal mercato hardware dopo gli insuccessi del Saturn e del Dreamcast, nonostante, come riporta il sito di Slot Gallina Online in un approfondimento specifico sul tema, quella di Sonic The Hedgehog sia stata una delle serie più celebri del mondo videoludico e abbia tenuto sapientemente testa a quelle dello stesso Super Mario e di Zelda, per poi eclissarsi di fronte a Tomb Raider e Resident Evil e tornare in auge solo nel 2017, con un capitolo elogiato dalla critica come Sonic Mania. La sesta generazione, che si è caratterizzata per l’arrivo della PlayStation 2, probabilmente la console più longeva di sempre, ha visto anche l’arrivo della prima Microsoft Xbox. Dal 2000 le varie generazioni di console sono praticamente segnate dalle uscite dei nuovi modelli di PlayStation e Xbox, mentre alla Nintendo è rimasto il ruolo di sparring partner. Con l’implementazione delle connessioni ad Internet i palinsesti dei titoli sono aumentati a dismisura e il gioco è divenuto sempre più competitivo, nonché comprensivo di continui aggiornamenti anche a distanza di anni dalla pubblicazione del gioco originale.
Statistiche sui videogiochi nel mondo
Quante persone giocano effettivamente ai videogiochi? Qual è il profilo tipico di un gamer? Nel mondo sono presenti almeno 750 milioni di giocatori, i quali fruttano vendite che arrivano anche ai 200 miliardi di dollari annui. In Italia il fatturato del settore è giunto ai 2 miliardi di Euro dopo l’impennata favorita dal mercato delle app mobile, che hanno fornito nuova linfa a tutto l’ambiente. Oggi alcuni dei giochi più famosi riescono ad attirare l’attenzione dei media anche grazie ad aneddoti curiosi o bizzarri, come ha dimostrato nel 2016 il caso di Pokémon Go in Belgio. Di rimando, le stesse notizie giornalistiche finiscono con l’incuriosire l’utenza portandola a scaricare le app del momento. Circa la metà dei gamer mondiali, comunque, è costituita da ragazze. L’età media degli appassionati di videogiochi, invece, risulta ben più difficile da determinare in quanto ormai abbraccia persone di varie culture ed estrazione sociale. I videogame sono paragonabili ad un fenomeno di massa e non sono destinati solo ai più piccoli. Anche sopra i 30 anni sono in milioni a divertirsi giornalmente con il gamepad in mano.