Bruxelles – Dopo la beffa dell’Agenzia europea del farmaco (EMA) finita ad Amsterdam, l’Italia ci riprova, e candiderà Milano ad ospitare una delle tre sedi della divisione centrale del Tribunale unificato del Brevetto europeo, nello specifico quella dei settori chimico e farmaceutico, dopo che questo dovrà traslocare da Londra a seguito della Brexit.
In attesa della candidatura ufficiale, che dovrebbe arrivare a inizio 2022, l’Italia prova a serrare i ranghi in Europa e a fare sistema, come testimoniano gli eurodeputati italiani al Parlamento europeo, secondo i quali l’Italia non solo merita la sede del Tribunale dopo il pasticcio dell’EMA, ma essendo il terzo Paese europeo per numero di brevetti depositati – dopo Germania e Francia – rappresenterebbe la sede naturale di questo istituto. Ciliegina sulla torta, il fatto che il Tribunale utilizza già tecnologia italiana per la gestione della sua piattaforma interna, sviluppata un’azienda di Bologna, la Net Service.
“Sono convinto che la candidatura di Milano sia in questo momento di gran lunga la più autorevole per rivestire in futuro il ruolo di terza sede centrale del tribunale europeo dei brevetti”, ha evidenziato il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo (M5s). “Per di più Milano è la sua capitale della ricerca e dell’innovazione”, ha aggiunto. “Questa possibilità deve diventare la giusta ricompensa anche per altri scenari come quelli passati dell’Ema”, ha infine concluso Castaldo.
“Milano ha tutti i titoli per accogliere questa sezione del tribunale unificato dei brevetti (TUB)”, gli ha fatto eco l’eurodeputata (PD) Patrizia Toia.
E per la collega della Lega Isabella Tovaglieri “non è una sfida soltanto milanese e lombarda ma dell’intera nazione, proprio perché l’Italia non ha nessuna istituzione europea sul territorio e questa sarebbe la prima”.