Bruxelles – La fiducia delle imprese inizia a dare segnali di cedimento. Causa perdurare delle difficoltà nella consegna di materie e materiali fondamentale, e il rinnovato allarme pandemia, a novembre il sentimento economico è in calo di 1,1 punti sia nell’eurozona, sia nell’UE. Secondo la Commissione europea, responsabile della diffusione dell’indice ESI, il dato di novembre “è stato trainato da un netto calo della fiducia dei consumatori“, mentre la fiducia sarebbe rimasta “sostanzialmente invariata” nell’industria e nei servizi, con miglioramenti addirittura nel commercio al dettaglio e nell’edilizia.
Tuttavia, alla fine del resoconto dell’esecutivo comunitario, si legge che il nuovo indicatore di incertezza economica (IUE) della Commissione europea è aumentato a novembre (+1,6 punti a 15,8), trainato da aumenti in tutti i settori delle imprese e tra i consumatori. “La maggiore incertezza aziendale è probabilmente correlata ai persistenti colli di bottiglia della produzione dovuti alla carenza di alcuni componenti di input e materie prime”. Inoltre, i contagi di COVID in forte aumento in un certo numero di Paesi e lo spettro della reintroduzione delle relative misure di contenimento “sembrano aver già avuto un impatto sui risultati dell’indagine, soprattutto tra i consumatori”.
Famiglie preoccupate per il lockdown e imprese preoccupate per la produzione. Ecco dunque perché il sentimento economico è in calo. Sul fronte dell’offerta sembra materializzarsi l’allarme lanciato dalla BCE già nei mesi scorsi. La carenza di materiali e componenti dura più del previsto. A guardare i dati più in dettaglio, l’orientamento delle settore secondario (industria) è rimasto invariato rispetto a ottobre, mentre quello del settore terziario (servizi) pressoché stabile (+0,2 punti).
Tra le maggiori economie dell’UE, l’ESI è cresciuto in Francia (+3,0), Italia (+0,9) e Polonia (+0,5). Al contrario, peggiora la fiducia in Spagna (-2,6), Paesi Bassi (-2,1) e Germania (-1,7).