Bruxelles – Coordinamento sulla libera circolazione, sulla validità delle dosi di richiamo dei vaccini e quindi anche sulla durata del Green pass europeo. Alle strette con la quarta ondata in Europa, la Commissione Europea sta lavorando con “la massima urgenza” per garantire che le regole sulla libera circolazione rimangano coordinate e chiederà agli Stati membri di gestire senza frammentazioni quella che definisce “la pandemia dei non vaccinati”, con una forte prevalenza delle ospedalizzazioni e delle morti legate al COVID tra i non vaccinati più che tra i vaccinati. I dati del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC) pubblicati nella infografica sotto mostrano che negli Stati membri in cui il tasso di vaccinazione è più avanzato, le morti legate alla pandemia sono meno numerose rispetto a quegli Stati in cui la vaccinazione non progredisce o non lo fa a sufficienza.
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Sembra di essere tornati indietro nel tempo, e invece è il secondo anno consecutivo che l’Unione Europea a ridosso delle festività natalizie si trova alle prese con una nuova ondata pandemica (la quarta) che non consente di allentare pienamente le misure restrittive. “Dobbiamo evitare la frammentazione, e per questo è fondamentale un forte coordinamento”, ha ricordato ieri (22 novembre) la commissaria europea la Salute, Stella Kyriakides, di fronte all’Aula del Parlamento di Strasburgo in un confronto con gli eurodeputati, confermando che la Commissione svelerà questa settimana alcune proposte per migliorare la risposta alla crisi.
Molti Stati membri hanno iniziato o stanno pensando a reintrodurre alcune misure restrittive in autonomia. Torna il lavoro da casa, i mercatini di natale in molti Paesi, come la Germania e in alcuni casi anche in Belgio, sono cancellati. L’Austria è il primo Paese dell’Europa occidentale a reimpostare il lockdown (per un periodo massimo di 20 giorni) da quando sono stati lanciati i vaccini, ormai quasi un anno fa, chiudendo negozi, bar e caffè non essenziali e ha optato per un obbligo vaccinale ancora non bene definito a partire da febbraio. E’ probabile che nelle prossime settimane ne seguano altri.
Questo il motivo per cui la Commissione adotterà nelle prossime ore “un aggiornamento delle attuali raccomandazioni sulla libera circolazione all’interno dell’UE e per i viaggi nel Continente da tutto il mondo”, ha fatto sapere la commissaria all’Europarlamento, consapevole che la gestione delle frontiere resta prerogativa statale e quindi la Commissione non potrà imporsi.
Al vaglio di Bruxelles anche una maggiore armonizzazione delle regole del certificato digitale COVID dell’UE, che a sei mesi dal suo lancio deve essere “aggiornato” per tenere in conto anche le dosi di richiamo che molti Stati membri hanno già iniziato a somministrare. La discussione in corso a Bruxelles è sulla diminuzione dell’immunità dopo la vaccinazione completa (due dosi o una con il vaccino Johnson&Johnson), che solleva quindi il problema di quanto dovrebbero durare i certificati verdi e su come riconoscere a livello comune le dosi di richiamo (booster).
A ricordare l’importanza delle vaccinazioni oggi è stata anche la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, intervenendo a Strasburgo in un confronto con gli eurodeputati sulle conclusioni dell’ultimo Consiglio Europeo di ottobre. “Se guardiamo ai tassi di ospedalizzazione e mortalità, abbiamo a che fare principalmente con una pandemia di non vaccinati. Ecco perché la nostra priorità assoluta è e rimane quella di portare avanti la vaccinazione”, ha affermato la presidente. Non ha fatto riferimento alle proposte da mettere in campo, si è soffermata piuttosto sulla necessità di ridurre il divario immunitario esistente, con Stati che hanno il 29 per cento degli adulti completamente vaccinato e altri che superano il 9o per cento. Convincere le persone a vaccinarsi e a fare la dose di richiamo per coloro che sono già vaccinati. “Facciamo in modo di seguire la scienza”.
La necessità di misure armonizzate, coordinate e comuni in tutto il territorio dell’UE è stata ribadita anche in occasione della riunione del consiglio Affari generali. “Abbiamo dato mandato alla Commissione di valutare i prossimi passi”, ha fatto sapere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, Enzo Amendola, al termine dei lavori. “Il messaggio principale che arriva è la preoccupazione per il COVID, e il bisogno di una risposta coordinata”.