Bruxelles – L’Austria da lunedì prossimo confina l’intera popolazione (vaccinati compresi) per 10 o anche 20 giorni e rende obbligatoria la vaccinazione dal primo febbraio. E’ il primo paese dell’UE ad adottare misure così radicali di fronte alla recrudescenza dei casi di COVID. “Dobbiamo affrontare la realtà”, ha spiegato il cancelliere Alexander Schallenberg in una conferenza stampa nella quale ha spiegato che le strutture ospedaliere sono sovraccariche.
Dunque si torna alla didattica a distanza, ai ristoranti chiusi, al niente sci e niente eventi pubblici.
“Nonostante mesi di campagna di persuasione non siamo stati in grado di convincere abbastanza persone a farsi vaccinare”, ha spiegato il cancelliere (i vaccinati sono circa il 66 per cento). “Aumentare in modo sostenibile il tasso di vaccinazione è l’unico modo per uscire da questo circolo vizioso”, ha aggiunto, sottolineando che questa è la via d’uscita dalla pandemia e che “chi è contro il vaccino compie un attentato alla nostra salute”.
Già da lunedì in Austria, ai due milioni di persone non vaccinate non è stato permesso di uscire di casa se non per lo shopping, lo sport o le cure mediche.
Nonostante questi provvedimenti ieri, giovedì, sono stati registrati più di 15.000 nuovi contagi nel Paese. L’incidenza settimanale è a 989 casi per 100mila abitanti. Le regioni più colpite dalla nuova ondata di contagi sono Salisburgo e l’Alta Austria.