Bruxelles – Il governo portoghese è giunto al capolinea. Il Parlamento di Lisbona ha bocciato nella serata di ieri 27 ottobre il piano di bilancio presentato dall’esecutivo socialista di Antonio Costa che, pur essendo un monocolore, si regge sull’appoggio esterno del Partito Comunista e del Blocco della Sinistra. I due partiti, critici con le politiche del lavoro proposte dai socialisti, hanno votato con l’opposizione di centro-destra, mandando sotto il governo.
A questo punto, la palla passa al presidente della Repubblica Marcelo Rebelo De Sousa. Legalmente può fare due scelte: dividere il bilancio annuale in dodici mesi, facendolo votare mese per mese, oppure convocare elezioni anticipate. Quest’ultima possibilità sembra nettamente più probabile, visto che lo stesso presidente l’aveva preannunciata in caso di bocciatura del bilancio. Rebelo De Sousa potrebbe sciogliere il Parlamento già la settimana prossima e mandare al voto il Paese nel mese di gennaio.
Fine della “Geringonça”?
La collaborazione tra i socialisti di Costa e i partiti della sinistra radicale iniziò, non senza una certa dose di scetticismo, nel 2015. Il centrodestra del Partito Social-Democratico (PSD) aveva ottenuto la maggioranza relativa alle elezioni, ma non riusciva a trovare i seggi per formare una maggioranza in Parlamento. Il leader socialista Antonio Costa optò allora per una scelta senza precedenti nella democrazia portoghese: allearsi con i comunisti, che accettarono di fornire sostegno esterno al suo nuovo governo. I commentatori battezzarono sarcasticamente questa collaborazione “Geringonça”, letteralmente “pasticcio”, una cosa fatta male.
Tuttavia, la Geringonça ha avuto un successo superiore alle aspettative. I dati economici del Portogallo sono stati ottimi per un Paese che era stato in grandissima difficoltà durante la crisi del debito e sia i socialisti sia i partiti di sinistra radicale sono stati premiati dai portoghesi alle elezioni del 2019. Anche in questo caso però, a Costa mancavano alcuni seggi per ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento, e ha scelto di appoggiarsi nuovamente a comunisti e Blocco di Sinistra. Nonostante qualche dissidio la collaborazione aveva resistito, fino al voto di ieri.
“La Geringonça è finita. Che riposi in pace”, ha dichiarato – non senza una certa dose di wishful thinking – il leader liberale João Cotrim de Figueiredo.
Quale nuovo governo per il Portogallo?
Dopo la sconfitta parlamentare, Costa ha dichiarato: “Il governo esce da questo voto con la coscienza pulita e a testa alta. Non volteremo mai le spalle ai nostri doveri e al popolo portoghese”. L’impressione è che il primo Ministro sia già con la testa alle elezioni, sebbene la scelta del presidente della Repubblica non sia ancora ufficiale. Il leader socialista cercherà di assicurarsi la maggioranza assoluta dei seggi, facendo appello al “tradimento” della sinistra e al voto utile.
I sondaggi sembrano per ora premiare i socialisti, con un seguito stimato intorno al 40 per cento che, per la legge elettorale portoghese, significherebbe avvicinarsi molto alla maggioranza assoluta di 116 deputati. L’opposizione di centrodestra si presenta con delle difficoltà interne, con una lotta di leadership interna tra l’attuale segretario Rui Rio e l’europarlamentare Paulo Rangel, che sarà sciolta da un voto il prossimo 4 dicembre.
Rispetto alle ultime elezioni, c’è da segnalare la forte crescita della destra di “Chega!”: due anni fa il movimento di André Ventura prese l’1,3 per cento, mentre alle elezioni per il presidente della Repubblica di gennaio 2021 ha totalizzato l’11,9 ed è ora stimato intorno al 9. Partito Comunista e Blocco della Sinistra sarebbero in calo, rispettivamente con il 5 il 6 per cento. Se le cose rimanessero così, un nuovo mandato di Costa è molto probabile. Ma con che maggioranza? L’esperienza della Geringonça, che aveva affascinato molta sinistra europea, è davvero finita? Tra qualche mese ne sapremo di più.