Fino a che i negoziati trilaterali tra Russia, Ucraina e Unione europea sono in corso “i flussi di gas non devono essere interrotti”. Nella guerra del gas tra Kiev e Mosca, interviene direttamente il Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso: il capo dell’esecutivo Ue ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al leader del Cremlino, Vladimir Putin. La missiva risponde a quella che, il 14 maggio scorso, il Presidente russo aveva indirizzato a diveri Stati membri, lamentando che l’Ue non sta compiendo alcuna azione concreta per tentare di risolvere il problema del debito di Kiev con la Russia per le forniture di gas. “È imperativo – non usa mezze misure Barroso – che tutte le parti continuino ad impegarsi costruttivamente” nei dialoghi trilaterali e che “si trovi un accordo su un futuro prezzo del gas che rifletta le condizioni del mercato”.
Questi gli auspici di Bruxelles ma la situazione si fa di fatto sempre più complicate e le forniture di gas dalla Russia verso Kiev, ma anche verso l’Ue appaiono seriamente a rischio. Giusto ieri il premier ad interim ucraino, Arseniy Yatseniuk ha respinto la richiesto russa di pagare in anticipo le forniture di gas per il mese di giugno, condizione posta da Gazprom per continuare a rifornire Kiev, alla luce dell’ingente debito pregresso mai saldato. Yatseniuk ha escluso che “il problema dei pagamenti anticipati possa fare parte dell’agenda dei negoziati”. Dietro al rifiuto di Kiev, la decisione di Gazprom di raddoppiare unilateralmente il prezzo del gas dopo la caduta a fine febbraio dell’ex presidente filo-russo, Viktor Yanukovich. Una decisione che potrebbe costare cara. Il colosso del gas russo ha già chiaramente avvertito: se Kiev non inizierà a pagare il debito pregresso, a partire dalle 10 del mattino, ora di Mosca, del 3 giugno, i rubinetti saranno chiusi.
Nella sua lettera a Putin, Barroso ricorda lo stato dei colloqui che il commissario europeo all’enegira, Gunter Oettinger, sta portando avanti con il ministro russo Novak e con l’ucraino Prodan. “Ad un primo costruttivo incontro del 2 maggio a Varsavia – ricorda il capo dell’esecutivo Ue – si è concordato di proseguire con discussioni tecniche, iniziate il 12 maggio e con ulteriori incontri bilaterali”. I dialoghi, continua Barroso, hanno “affrontato in particolare il tema delle forniture di gas all’Ucraina e hanno stabilito la volontà del governo di Kiev di pagare gli arretrati concordati”. A fronte di questo, insiste il capo della Commissione, “conto che la Federazione russa mantenga il suo impegno”. Poi Barroso chiama in causa direttamente il colosso russo dell’energia: “È sua responsailità – dice – assicurare la fornitura dei volumi di gas concordiati nei contratti con le compagnie europee”.
Una soluzione strutturale sulla questione gas, continua la lettera, “richiede che tutte le parti si impegnino per assicurare trasparenza e apertura del mercato nel settore del gas ucraino”. A questo scopo, assicura Barroso, l’Ue “è pronta a fornire i dati reali sui flussi di gas in arrivo dall’Ucraina” e si aspetta che anche Russia e Ucraina “si impegno a fornire a breve dati sui flussi di gas verso l’Ucraina e che transitano dal Paese”.
L’Ue, conclude la missiva, si aspetta che “tutti le parti rimangano partner affidabili e responsabili per la fornitura e il transito” di gas, cosa che “è nel loro stesso interesse”. L’Unione europea e altri partner internazionali hanno già dati aiuti significativi all’Ucraina e continueranno a farlo, assicura Barroso, che alla Russia ripete: “Ci aspettiamo un approccio costruttivo per risolvere la questione”.