Bruxelles – L’Artico si sta scaldando troppo rapidamente. Nello specifico, tre volte più velocemente del resto del mondo. I ricercatori dell’istituto di Meteorologia danese lanciano l’allarme sulla condizione dei ghiacci della Groenlandia, in costante diminuzione a partire dagli anni Novanta.
Negli ultimi tempi le temperature dell’isola danese sono aumentate di circa un grado e mezzo ogni anno, contribuendo allo scioglimento dei ghiacci e all’innalzamento dell’oceano. Secondo gli stessi ricercatori il livello del mare potrebbe alzarsi di circa 30 centimetri entro il 2100 – e questo anche se i target degli accordi di Parigi venissero rispettati.
Quest’anno in particolare, durante l’estate, lo scioglimento è stato più marcato. Il 27 luglio del 2021 è stato pari a circa 8,5 miliardi di tonnellate, abbastanza a ricoprire la superficie dell’Italia con uno strato di tre centimetri, come riporta il Guardian. La fusione dei ghiacci in estate è un fenomeno normale, ma il rapporto tra ghiaccio sciolto durante la bella stagione e nuovo ghiaccio creato in inverno sta peggiorando.
Secondo il Geological Survey danese, istituzione collegata al ministero del Clima di Copenaghen, l’aumento delle emissioni è il principale indiziato, insieme alle attività di trivellazione comuni nella regione dell’Artico. Il parlamento della Groenlandia ha già votato lo stop a nuove esplorazioni, rinunciando a una riserva stimata attorno ai due miliardi di barili.
Ma al Polo nord sono molti gli attori che non intendono fare a meno di un bacino di idrocarburi ancora inesplorato. Secondo alcune stime nella cassaforte di ghiaccio si troverebbero tra il 20 e il 30 per cento delle riserve totali del pianeta. Il nuovo governo norvegese ha già fatto sapere che le trivellazioni non subiranno alcuno stop.
La tutela del clima nella regione polare è al centro della nuova Comunicazione rilasciata dalla Commissione europea. A riprova della volontà a impegnarsi sul campo, la Commissione intende aprire il suo primo ufficio trai ghiacci proprio in Groenlandia, presso la città di Nuuk.
Il prossimo appuntamento per porre un freno al deterioramento climatico dell’area sarà COP26, la conferenza delle Nazioni unite che si terrà a Glasgow dal prossimo 30 ottobre. Qui le istituzioni danesi porteranno il dossier della Groenlandia di fronte a tutto il mondo, con lo scopo di limitare dei danni che forse non potranno essere completamente risanati. Come ha dichiarato Jason Eric Boxe, ricercatore presso il Gelogical Survey: “Più limitiamo le emissioni, più il ghiaccio si scioglie lentamente. In questo modo possiamo guadagnare del tempo”.