Bruxelles – Entrano nel vivo le discussioni tra i co-legislatori UE sul quadro normativo per l’intelligenza artificiale (IA) proposto sei mesi fa dalla Commissione Europea. Dopo la frattura nella maggioranza parlamentare che sostiene il gabinetto von der Leyen sulla questione del divieto per le applicazioni di identificazione a distanza attraverso la biometria, oggi (giovedì 14 ottobre) i 27 ministri delle Telecomunicazioni si sono incontrati in via informale per discutere dell’approccio del Consiglio dell’UE nelle future negoziazioni con l’Eurocamera. Al centro del confronto, il sistema di etichettatura per la certificazione di affidabilità dei sistemi di IA.
“Questo atto legislativo vuole creare un ecosistema di fiducia ed eccellenza nell’innovazione, con la protezione dei diritti fondamentali. È anche una delle priorità della nostra presidenza“, ha confermato il ministro sloveno della Pubblica amministrazione e presidente di turno del Consiglio dell’UE, Boštjan Koritnik. “Vogliamo portare avanti la prima lettura integrale del testo entro dicembre, per presentare subito dopo la nostra proposta di compromesso”, ha poi illustrato il calendario dei lavori fino alla fine dell’anno.
La riunione di oggi ha dimostrato un interesse particolare da parte dei 27 ministri UE su due questioni relative all’intelligenza artificiale. In primis, la ricerca di un equilibrio tra innovazione e protezione dei diritti dei cittadini. “L’intelligenza artificiale è fondamentale per mantenere l’obiettivo dell’autonomia strategica dell’UE”, ha aperto il suo intervento il ministro italiano per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao. Il rappresentante del governo Draghi ha sottolineato che “bisogna garantire responsabilità sulla protezione dei consumatori a livello di salute e privacy, ma non possiamo dimenticare nemmeno le sfide dello sviluppo tecnologico”.
A questo tema si lega la necessità di sviluppare un approccio unificato alle questioni di sicurezza e affidabilità dei sistemi. Confermando la stessa linea di Francia e Danimarca, Colao si è soffermato sul fatto che “bisogna evitare definizioni che possano portare a incertezza, servono obblighi per i fornitori che siano basati su criteri trasparenti”, ma anche che “non si può dare adito a fraintendimenti sul tema dei rischi”. Qui si inserisce la questione della certificazione UE per i sistemi di intelligenza artificiale, su cui il ministro italiano ha sollevato dubbi non tanto sulla necessità di dotarsene, ma sulle possibilità di realizzazione con le regolamentazioni comunitarie attuali: “Per un settore che evolve molto rapidamente, a una velocità a cui non siamo abituati, siamo preoccupati per la durata e le tempistiche delle certificazioni di affidabilità“.
Anche il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, intervenuto nel corso della riunione, ha preso atto delle richieste dei Ventisette: “È stata ricordata da molti ministri la necessità di dotarsi di certificazioni affidabili e rapide, per rinsaldare la fiducia dei cittadini e delle imprese” e l’esecutivo comunitario ha offerto una sponda per “un marchio UE ad hoc per l’intelligenza artificiale affidabile“. A essere soggetti al futuro quadro normativo sull’IA non saranno solo i produttori europei, ma anche quelli extra-UE, che “dovranno rispettare le regole dell’Unione, se vogliono accedere al nostro Mercato Unico”, ha ribadito Breton.