Bruxelles – Regole europee per il clima e oltre. L’Unione europea lavora alla definizione del suo nuovo modello economico, ma in parallelo guarda al mondo fuori dell’UE. “Mi impegno a costruire una coalizione di ministri del commercio in tutto il mondo che vogliano agire per promuovere il commercio di beni e servizi verdi”, annuncia Valdis Dombrovskis, commissario responsabile per Commercio ed un’economia al servizio delle persone. Più in generale, spiega intervenendo al summit sugli investimenti sostenibili della Commissione UE, l’obiettivo è “promuovere il commercio e la sostenibilità come un modo per aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi climatici e ambientali”.
Dombrovskis è deciso e determinato. “Per portare avanti questo obiettivo, chiederò una riunione ministeriale dedicata al commercio, al clima e alla sostenibilità il prossimo anno“. Non offre un’indicazione precisa di calendario, ma ribadisce l’impegno per ‘l’esportazione’ del modelle europeo al di fuori dell’Unione. Il modello esiste già, si tratta solo di istituzionalizzarlo a livello bilaterale e internazionale. “Proponiamo l’inclusione degli impegni di Parigi sul clima come elemento chiave dei negoziati commerciali. E cerchiamo impegni per la neutralità climatica nei nostri negoziati con i paesi del G20“.
La coalizione globale di ministri del commercio per un nuovo modello eco-sostenibile rappresenta la dimensione esterna dell’azione europea. L’Unione europea sta finalizzando i lavori sulla tassonomia verde, l’insieme di criteri atti a definire cosa è sostenibile e cosa no. Sulla base di questi criteri è possibile identificare aree e progetti su cui investire.
“La tassonomia è fondamentale“, ribadisce Mairead McGuinness. “Purtroppo molti soldi stanno fluendo verso ciò che non è sostenibile a lungo termine”, lamenta la commissaria per i Mercati e i servizi finanziari. Bisogna evitare di spendere i soldi per ciò che sembra sostenibile ma che in realtà non lo è. “Serve chiarezza su dove investire“. In tal senso “abbiamo bisogno di informazioni”, e allo stesso tempo “abbiamo bisogno di uno standard di base comune“. All’interno dell’Unione europea, e poi anche fuori. La coalizione di ministri del commercio in tutto il mondo evocata da Dombrovskis si riferisce a questa esigenza di standard comuni con il resto del mondo.