Bruxelles – “Gli Stati membri devono fare di più per i media: la pandemia da COVID-19 ha mostrato ulteriormente l’importanza dell’informazione come bene pubblico, ma questo pone ancora più a rischio la sicurezza dei giornalisti”. Vĕra Jourová, vicepresidente della Commissione europea con delega ai valori e alla trasparenza, illustra così il primo documento europeo con linee-guida per la protezione dell’indipendenza dei media. Questo è il primo passo della nuova legislazione denominata “Media Freedom Act”, annunciata ieri nel Discorso sullo Stato dell’Unione dalla presidente Ursula Von der Leyen.
La violenza contro i giornalisti nell’Unione Europea è in continua crescita: nel 2020 oltre 900 giornalisti hanno subito violenza, dall’intimidazione online all’omicidio, come avvenuto quest’anno al greco Giorgios Karaivaz e all’olandese Peter De Vries. In particolare, la Commissione pone la sua attenzione sui cronisti appartenenti alle minoranze e sulle donne: secondo una recente statistica, il 73 per cento delle giornaliste ha dichiarato di aver subito violenza online che, come ha ricordato Jourová, facilmente si può trasformare in violenza fisica. Per tale ragione, sarà necessaria una collaborazione con i social network, facendo in modo che questi rimuovano le incitazioni alla violenza e riconoscano l’importanza del lavoro dei media.
La Vicepresidente ha dunque elencato le azioni pratiche che gli Stati membri dovranno intraprendere per assicurare la protezione dei giornalisti. Dal momento che le manifestazioni di piazza sono i luoghi in cui sono avvenute più frequentemente aggressioni a danno dei cronisti, le polizie degli Stati membri dovranno fare una particolare attenzione a questi eventi, oltre ad assicurare una scorta per i giornalisti più a rischio. La Commissione insiste molto sulla necessità di creare delle strutture indipendenti di supporto a livello nazionale, che possano fornire aiuto psicologico, consulenza legale e rifugio per i cronisti che lo richiedano.
Jourová ha infine ricordato quanto sia inaccettabile e pericoloso che l’intimidazione verso i giornalisti sia portata avanti da esponenti politici e che lavorare nei media in alcuni Stati membri (definiti “Stati rossi”) sia più pericoloso che in altri. Su questi governi in particolare ci sarà la pressione costante della Commissione europea. Perché, come ha concluso la Vicepresidente, se uno Stato vuole ritenersi democratico, deve ricordare che “le democrazie hanno una stampa forte, libera e indipendente”.