colonna sonora: Eurovisione – Te Deum Dani Remix
Ci sono eventi che fanno la Storia, eventi che cambiano la Storia, eventi che si studieranno sui libri di Storia.
Praticamente è la stessa cosa ripetuta 3 volte ma ho bisogno di raggiungere un tot di caratteri per essere pubblicato quindi, come si dice in gergo tecnico, sbrodolo.
Oggi (ieri per chi legge, ma penso che ormai ‘sta storia l’abbiate capita), al Parlamento Europeo si tiene l’attesissimo dibattito all’americana tra i 5 candidati alla presidenza della Commissione europea.
È un fatto unico nella storia dell’Unione: in primis perché per la prima volta si fa qualcosa all’americana in Europa; in secundis perché l’emiciclo del Parlamento di Bruxelles è stato completamente trasformato, con apparati super tecnologici, giochi di luci e schermi HD, che sembra il set di un concerto dei Muse; in terzis perché tutto questo è stato fatto con i nostri soldi senza che ci chiedessero niente; infinis perché per la prima volta il Presidente della Commissione sarà eletto, almeno in parte (non è che sia chiarissimo come funziona, ma magari sono io che so’ distratto), dai cittadini europei.
Le facce trite e ritrite di Juncker, Schulz e Verhoshdatf (memo: cerca su Google com’è scritto davvero prima di inviare al direttore) e poi le facce giovani e fresche di Tsipras e Keller, ovvero Sinistra e Verdi, ovvero quelli che tutti vorrebbero per un’Europa nuova, ma che tanto alla fine perderanno.
Centinaia di giornalisti, per un evento che verrà trasmesso live in tutta Europa, tradotto nelle 24 lingue dell’UE più arabo, ucraino e farsi.
La Commissione è forse l’istituzione più importante in Europa, quella che incide direttamente sulle leggi che poi incidono direttamente sui cittadini. Ed è per questo che si è tirato su questo baraccone patinato ma sbarazzino: per coinvolgere gli elettori attraverso la TV e i social network, visto che con l’hashtag #TELLeurope si possono fare domande che verranno poste in diretta ai candidati. Tra l’altro nessuno sa su cosa verteranno le questioni: l’organizzazione ha preferito mantenere il riserbo, per creare maggiore saspenz e aspettativa.
E sicuramente, come sempre quando vengono spesi i soldi dei contribuenti, l’obiettivo verrà raggiunto.
Sono due giorni che sto chiuso in Parlamento facendo dirette, servizi ed interviste per presentare l’avvenimento al paese, ed ora che è iniziato da qualche minuto posso finalmente rilassarmi in sala stampa facendo qualche telefonata, con un occhio ai monitor.
– Pronto papà ciao, hai visto che spettacolo il dibbattito tra i candidati alla Commissione?
– Come? Non sento un cazzo sto in pizzeria con l’amici del calcetto!
– Pronto mamma ciao, hai visto che robba il dibbattito? Pensa che è tutto pagato da noi!
– No core de mamma, mi stai interrompendo il telefilm, ci sentiamo domani, copriti mi raccomando!
– Pronto amore, stai guardando quello per cui ho lavorato 18 ore oggi?
– Eh? Si si, ma mica torni prima? Avvertimi eh!
– Perché hai il fiatone?
– Sto facendo la cyclette, no cioè le scale, anzi salto sul posto che ho freddo senza te.
– Pronto amico del cuore ciao, hai visto che ficata la scenografia del…
– Abbello ma che stai a Roma? Vie’ ar Pigneto, se stamo a fa’ tutti mojiti!
– Pronto amico intellettuale ciao, stai seguendo l’evento storico in diretta da Bruxelles su…
– Maddeché, sto ar Pigneto a fa’ tutti mojiti!
Un’ora e mezzo passa in fretta. Non ho idea di cosa si siano detti, se i cittadini ora abbiano le idee più chiare e si sentano più vicini all’Europa, né di quanta gente l’abbia seguito, a parte i giornalisti, gli unici che forse hanno capito l’unicità di questo dibattito storico e domani (oggi per chi legge, vabbè basta, lo so) cercheranno di convincerci che non è stato inutile.
E intanto i barconi continuano ad arrivare, i lavoratori a morire, i prezzi a salire, gli stipendi a scendere, il futuro ad allontanarsi.
Resta il fatto che i mojiti al Pigneto sono da paura.
Buon uichènd a chi vota facce nuove, tipo quella di Bruno Sacchi.