Bruxelles – L’economomia italiana tornerà ai livelli del 2019 entro l’inizio dell’estate del prossimo anno. Lo dicono le previsioni dell’Economic Survey dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) che nel rapporto 2021 presentato oggi vedono una ripresa dell’economia italiana dalla crisi causata della pandemia da Covid-19, “con un conseguente recupero dei livelli di attività del 2019 nel corso del primo semestre del 2022″. Una buona notizia, certo, ma non va dimenticato che nel 2019 l’Italia era comunque fanalino di coda della crescita tra i Paesi europei: 1.812,4 miliardi reali del 2019, che nel 2020 subirono un calo di 160,8 miliardi, pari all’8,9 per cento, per un totale di 1.651,6 miliardi. Tutto questo per una crescita nel 2019 dello 0,1 per cento, la più bassa di tutta l’Unione.
“Il debito pubblico salirà quasi al 160 per cento del PIL nel 2021” (nel 2020 fu del 156 per cento) ammonisce lo studio OCSE e inoltre “l’invecchiamento demografico metterà sotto pressione le finanze pubbliche”. Dunque l’Organizzazione invita il governo ad “annunciare in anticipo un piano fiscale di medio periodo da attuare una volta che la ripresa sarà consolidata, al fine di ridurre il rapporto tra debito pubblico e PIL, tenendo conto degli effetti dell’invecchiamento demografico”.