L’ex giornalista irlandese Emily O’Reilly, ‘Mediatore europeo’ dall’ottobre del 2013, lo aveva annunciato fin dal giorno del suo insediamento: “Userò il mio potere d’iniziativa per indagare su problemi sistemici nell’amministrazione dell’UE in modo più strategico”.
A pochi mesi da quel discorso il nuovo ‘Ombudsman’ passa all’azione presentando un programma folto d’interventi. Per prima cosa la O’Reilly ha aperto un’indagine sulla composizione e la trasparenza dei gruppi di consulenti della Commissione europea. L’obiettivo è individuare, anche con l’aiuto di una consultazione pubblica, con che criterio vengono scelti questi esperti e se fra di loro ce ne sono alcuni che non rappresentano in modo equilibrato tutti i gruppi d’interesse.
“La Commissione si affida pesantemente al parere di centinaia di gruppi di consulenti per definire legislazione e politiche, coprendo aree che vanno dalla tassazione ai servizi bancari, dalla sicurezza delle strade ai prodotti farmaceutici – ha spiegato la O’Reilly – per questo è della massima importanza che questi gruppi siano equilibrati e che lavorino nel modo più trasparente possibile in modo che il pubblico possa fidarsi e verificare il loro lavoro”.
L’inchiesta avverrà in tempo reale e nello specifico indagherà sulla formazione di 14 gruppi di dialogo civile utilizzati dalla Direzione Generale Agricoltura per la Pac, la Politica agricola comune. Le procedure di selezione degli esperti sono in atto proprio in questi giorni e la O’Reilly ha invitato la Commissione Ue a tenerla informata sul completamento di tutti i passaggi. Solo al termine delle nomine cominceranno le ispezioni per verificare che queste siano state corrette e abbiano tenuto conto dei diversi fattori.