Bruxelles – Aumentare gli anticipi sui pagamenti della Politica agricola comune (PAC), che entrerà formalmente in vigore dal prossimo primo gennaio 2023 dopo un periodo transitorio. La Commissione Europea ha adottato il 4 agosto un provvedimento che consente agli Stati membri di ottenere una maggiore percentuale degli anticipi sugli aiuti diretti della Pac e alle misure per lo sviluppo rurale (rispettivamente il primo e il secondo pilastro della Politica agricola comune). Questo per sostenere gli agricoltori colpiti dalla crisi COVID e dall’impatto delle condizioni meteorologiche avverse, che si sono rincorse tutto l’anno: prima le gelate di primavera e poi le ondate di calore dell’estate.
Nello specifico, per il primo pilastro (aiuti diretti) l’anticipo sale dal 50 al 70 per cento sull’importo totale, mentre per il secondo (lo sviluppo rurale) si passa dal 75 all’85 per cento. Bruxelles precisa in una nota che, a tutela del bilancio dell’Unione europea, le erogazioni agli agricoltori potranno essere avviate a partire dal 16 ottobre, quando saranno conclusi le verifiche e i controlli previsti. La decisione è finalizzata a “sostenere e aumentare il flusso di cassa degli agricoltori, colpiti dalle conseguenze economiche dalla pandemia”, a cui si aggiungono “condizioni meteorologiche avverse” registrate in diversi Stati membri.
Fino alla metà del prossimo ottobre restano in vigore le misure straordinarie anti-crisi per il settore vitivinicolo varate dalla Commissione lo scorso anno e poi prorogate. Dopo lo scoppio della pandemia, un primo pacchetto di misure dedicato a tutto il settore agricolo e alimentare era stato adottato nel maggio 2020, poi integrato da un secondo pacchetto specifico per il settore vitivinicolo adottato a luglio 2020. Per quanto riguarda gli aiuti, gli Stati membri possono fornire pagamenti anticipati fino al 100 per cento delle spese sostenute dai produttori di vino che hanno deciso di fare la distillazione e lo stoccaggio privato per la pandemia. Inoltre, è prevista una maggiore flessibilità nell’ambito dei programmi di sostegno al mercato, anche se non sono state mobilitate risorse aggiuntive rispetto a quelle già esistenti.