Roma – Allineare l’Italia alla media degli altri Paesi dell’OCSE nella comprensione dei rischi e delle opportunità dei prodotti finanziari. Ecco allora al Senato, in commissione Cultura, l’iniziativa per fare della scuola il punto di riferimento per non lasciare i complessi meccanismi economici e finanziari soltanto agli esperti e agli analisti ma farli diventare patrimonio anche degli studenti di scuole medie e superiori. Insomma, introdurre nei programmi scolastici anche i temi della finanza.
Una ricerca pubblicata dalla Banca d’Italia nel 2018 dal titolo “Measuring the financial literacy of the adult population: the experience of Banca d’Italia”, ha rilevato un divario sostanziale fra il nostro Paese e gli altri Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) per quanto concerne il livello di conoscenze di base dei temi legati alla finanza personale, al risparmio e agli investimenti. Secondo i dati riportati, solo il 30 per cento dei soggetti in Italia è dotato di una alfabetizzazione finanziaria, con enormi disparità di genere, ruolo professionale e distribuzione territoriale, contro la media degli altri Paesi dell’OCSE che è del 62 per cento.
Ecco dunque la proposta di legge per l’introduzione nelle aule scolastiche degli elementi di educazione finanziaria. In sostanza si punta a inserire nell’ambito delle 33 ore annue di insegnamento dell’educazione civica, già previste, l’insegnamento delle nozioni fondamentali della finanza, introducendo tra le tematiche oggetto dell’educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione anche quella relativa all’educazione finanziaria.
Non sono mancate sottolineature tra i senatori durante la discussione in corso in commissione, legate sia alla esiguità delle ore dedicate all’educazione civica che verrebbero ulteriormente prosciugate dall’insegnamento dei rudimenti della finanza, sia alla complessità della materia forse di non immediato approccio nelle aule delle scuole medie.
La commissione ha deciso di approfondire la questione avviando una serie di audizioni. La proposta è stata valutata positivamente dal governo, rappresentato dal sottosegretario per l’istruzione Barbara Floridia: “Risponde in maniera più soddisfacente all’esigenza di rivolgere l’insegnamento dell’educazione economica e finanziaria nelle scuole ai ragazzi di tutte le età”, ha rimarcato. E ha aggiunto che il Comitato tecnico scientifico declinerà tale insegnamento nei vari gradi della scuola, adattando alle diverse età i processi di alfabetizzazione economica, educando i più piccoli alla differenza tra valore e prezzo e introducendo più avanti le nozioni di bioeconomia ed economia circolare, con l’obiettivo di superare l’economia dello scarto e mirare all’economia del riciclo.