Roma – L’Italia vuole guidare il futuro dell’alimentazione sostenibile, ripensando il sistema per una lotta più efficace contro la fame. Aiuta certamente la presidenza del G20 e un grande contributo arriva questi giorni dal pre summit delle Nazioni unite sui sistemi alimentari che si è aperto lunedì a Roma.
Un vertice che privilegia la fase di ascolto, con attori governativi e non governativi, aziende, piccoli produttori e contadini arrivati dagli angoli più remoti del mondo. Tra tutti questi soggetti c’è bisogno di una grande alleanza per fornire al pianeta cibo per tutti, buono e sano, con il traguardo “fame zero” per contrastare la malnutrizione che con la pandemia ha colpito oltre 120 milioni di persone in più, arrivando al tetto di 800 milioni di individui che non hanno cibo sufficiente.
Ragioni per cui “dobbiamo agire subito, il tempo delle parole deve trasformarsi in azioni” dice il vicedirettore della FAO Maurizio Martina intervenuto oggi durante la plenaria. I tre impegni, lotta alla fame ai cambiamenti climatici e una maggiore equità sono ciò su cui i governi del mondo, produttori e comunità devono spinger in un’azione comune.
“Raddoppiare gli sforzi, per conseguire gli obiettivi più rapidamente” dice Martina, che mette l’accento sulla lotta allo spreco di cibo “che avviene sia in fase di produzione sia di consumo” e sulla necessità di “sostegno alla nutrizione di bambini e ragazzi e la trasformazione dei sistemi alimentari locali”.
La prima linea dell’Italia presidiata anche dal ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, che sul tema dello spreco ha spiegato la necessità di condividere le esperienze, in tutti i passaggi dal campo alla tavola. Così, ha ricordato come l’Italia abbia fatto un deciso passo in avanti con la legge sulla donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà.
Cibo sostenibile dove l’educazione alimentare è determinante, tema dove il ministro italiano insiste nell’importanza dell’etichettatura con informazioni complete che consentono al cittadino di fare scelte consapevoli. “Non lasciarsi tentare dalle semplificazioni che portano all’appiattimento” dice riferendosi ai sistemi a semaforo o ‘nutriscore’, su cui in Europa è in corso un acceso dibattito. “Un processo fondamentale per salvare la tipicità dei territori e delle produzioni” ed evitare un livellamento verso il basso della cultura alimentare.