Bruxelles – A un mese quasi esatto dall’accordo politico sulla riforma della Politica agricola comune, venerdì 23 luglio la maggioranza degli Stati membri ha approvato il pacchetto di tre testi consolidati di riforma della politica agricola comune (PAC) durante una riunione del Comitato Speciale Agricoltura (CSA). Solo Slovacchia e Bulgaria hanno rifiutato di dare il mandato alla presidenza di Lubiana.
Dopo il compromesso raggiunto a giugno, è iniziato il lavoro tecnico sui tre regolamenti che compongono la riforma: quello sui piani strategici, il cosiddetto regolamento orizzontale (che riguarda il controllo, il finanziamento e gestione) e, infine, l’organizzazione comune di mercato (OCM). Al termine di questa riunione del CSA – che è stata preceduta da un rapido ‘trilogo’ tra i negoziatori (riunione tra Consiglio, Parlamento e Commissione) – ora la presidenza di turno di Slovenia ha ricevuto il mandato per firmare una lettera al Parlamento europeo informandolo dell’intenzione del Consiglio di adottare i tre testi di riforma.
Presumibilmente dopo la pausa estiva inizierà il lavoro di revisione sia giuridico che linguistico sui tre testi, in vista del voto in prima lettura in Parlamento europeo. Lubiana ha già fatto capire che punta al via libera durante la sessione plenaria di ottobre (in programma dal 18 al 21), ma potrebbe slittare anche a novembre. La nuova Politica agricola comune (2023-2027) entrerà in vigore il primo gennaio 2023 con un valore di 387 miliardi di euro, circa il 30 per cento del bilancio comunitario a sostegno degli agricoltori europei.