Bruxelles – La linea è tracciata, chiarita, spiegata. Ora avanti. La Banca centrale europea torna sulla questione dell‘inflazione, e ribadisce una volta di più che l’obiettivo è fare in modo che questa si attesti al 2%. La nota di accompagnamento delle ultime decisioni di politica monetaria recita che il Consiglio direttivo “è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, se del caso, per garantire che l’inflazione si stabilizzi al suo obiettivo del 2% nel medio termine”. La presidente Christine Lagarde, nel corso della tradizione conferenza stampa di fine seduta, precisa: “Le nostre misure politiche aiuteranno l’economia a spostarsi verso una solida ripresa e, in definitiva, a portare l’inflazione al nostro obiettivo”.
Politica convenzionale e anche di più, nel rispetto di regole e mandato, per evitare tutto quanto non desiderabile per l’andamento e la tenuta dell’economia della zona euro. Le cose al momento appaiono sotto controllo, e pienamente spiegabili. L’inflazione a giugno è stata dell’1,9%, dunque vicina ai valori di riferimento. “Prevediamo che l’inflazione aumenterà ulteriormente nei prossimi mesi e diminuirà nuovamente l’anno prossimo“, dice la presidente dell’Eurotower. Che quindi spiega. “L’attuale aumento è in gran parte guidato dall’aumento dei prezzi dell’energia e dagli effetti di base del forte calo dei prezzi del petrolio all’inizio della pandemia e dall’impatto della riduzione temporanea dell’IVA in Germania lo scorso anno”. Eventi temporanei. “Entro l’inizio del 2022, l’impatto di questi fattori dovrebbe svanire non appena escono dal calcolo dell’inflazione su base annua”.
Sempre che tutto vada per il meglio. Adesso le cose sembrano indicare che l’eurozona stia vivendo un momento positivo dopo la pandemia. “L’economia sta rimbalzando in modo forte” dopo lo shock prodotto dal confinamento. “La ripresa in corso della domanda interna e globale sta alimentando l’ottimismo tra le imprese, e questo sostiene gli investimenti“. Lo fa talmente bene che “per la prima volta dall’inizio della pandemia, la nostra indagine sui prestiti bancari indica che il finanziamento degli investimenti fissi è un fattore importante che guida la domanda di prestiti alle imprese”.
C’è però l’incognita legata alle mutazioni del virus, e una situazione sociale ancora troppo critica. Da una parte, avverte Lagarde, “la Variante Delta potrebbe smorzare la ripresa, soprattutto nei servizi, nel turismo e nell’ospitalità“. Dall’altra parte, “ci sono ancora 3,3 milioni di persone occupate in meno rispetto a prima della pandemia, soprattutto tra i più giovani e meno qualificati”. Per tutti i governi un nuovo invito a vaccinare e a procedere a riforme del mercato del lavoro che creino posti di lavoro.
Intanto la BCE lascia invariati i tassi e conferma gli acquisti di titoli pubblici nell’ambito del Programma anti-pandemico PEPP, con una dotazione complessiva di 1.850 miliardi di euro almeno fino alla fine di marzo 2022 e, in ogni caso, fino a quando non giudicherà conclusa la fase di crisi del coronavirus. Anche a causa dell’andamento dell’inflazione gli acquisti nell’ambito del PEPP nel trimestre in corso “saranno condotti a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi dell’anno”.