Bruxelles – Tre anni di negoziati, 25 triloghi (negoziati a tre tra le Istituzioni) e oltre 100 riunioni tecniche per trovare un accordo sulla riforma della PAC che fosse in linea con gli obiettivi del Green Deal. Ora c’è un compromesso politico sulla nuova Politica agricola comune (2023-2027), finalizzato dai negoziatori delle tre Istituzioni venerdì 25 giugno, ma la battaglia tra Consiglio e Parlamento non è finita qui. Il compromesso va lavorato a livello tecnico e approvato individualmente dalle Istituzioni. Oggi (28 giugno) il compromesso è finito sul tavolo dei ministri europei per l’Agricoltura che lo hanno sostenuto durante il Consiglio dell’UE in corso oggi e domani a Lussemburgo. L’ultimo della presidenza di turno del Portogallo, cui si deve il merito di aver messo sul tavolo una proposta di compromesso che infine ha riunito posizioni molto distanti.
“Oggi abbiamo concordato la PAC più ambiziosa fino a ora, che rafforzerà il sistema agroalimentare europeo, rendendolo più sostenibile ed equo per tutti. L’accordo prevede una PAC modernizzata che sostiene la transizione verso un’agricoltura più verde e più rispettosa del clima, aumenta il rispetto dei diritti sociali e del lavoro e garantisce che gli agricoltori rimangano competitivi senza lasciare indietro nessuno”, ha commentato Maria do Céu Antunes, ministro portoghese dell’agricoltura riferendo di un accordo durante il trilogo avvenuto in un clima di “fiducia reciproca” tra le Istituzioni. Dovuto anche all’azione di conciliazione della Commissione europea. “Accolgo con favore l’approvazione odierna da parte del Consiglio dell’accordo politico raggiunto con il Parlamento europeo sulla riforma della politica agricola comune, che incorpora la dimensione sociale e rafforza la dimensione verde della PAC”, ha fatto eco anche il primo ministro di Lisbona, Antonio Costa, facendo riferimento a un “altro importante traguardo della presidenza di turno”.
Complessivamente, i ministri dei Ventisette si sono detti sollevati di aver trovato un compromesso, disposti a mettere da parte alcune preoccupazioni in nome dello ‘spirito di compromesso’. Anche l’Italia è pronta a “sostenere il pacchetto di compromesso”, ha assicurato il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, aggiungendo che “solo con il tempo saremmo in grado di capire quanto è storico il momento che stiamo vivendo”. Parlando durante una sessione pubblica del Consiglio in corso, ha sottolineato che è stato necessario “trovare un punto di equilibrio interno alle Istituzioni, un percorso complicato”.
Esprime “soddisfazione per il punto di incontro trovato” anche se resta “il rammarico” perché si poteva fare di più per semplificare di più la futura PAC: ovvero la capacità di dare risposte semplici ai produttori e forse su questo non siamo stati capaci di trovare le soluzioni migliori”. Patuanelli insiste sul fatto che l’elemento qualificante di questo accordo sia l’introduzione di un principio di condizionalità sociale, che lega fondi di Bruxelles alla tutela dei diritti dei lavoratori agricoli: “più diritti per i lavoratori senza incidere sulla burocrazia per le imprese agricole. Ora sta agli Stati membri creare piani strategici coerenti con le finalità della PAC”, ha concluso.
La grande novità della riforma sono i piani strategici che conferiscono agli Stati membri la competenza su come attuare e realizzare la Politica agricola comune e rendere più verde il settore. Dovranno essere presentati a Bruxelles entro dicembre di quest’anno, “ma il dialogo con i Paesi membri è costante”, ha assicurato in conferenza stampa il commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, in conferenza stampa al termine della prima sessione dei lavori del Consiglio. I ministri dell’UE hanno insistito nei mesi di negoziati sul tema della flessibilità con cui attuare i piani strategici e allinearsi con gli obiettivi Green Deal, tenendo conto della specificità delle caratteristiche territoriali di ciascun Paese. “Prima implementiamo i piani strategici e meglio è”, sostiene il commissario polacco. La nuova PAC sarà in vigore a gennaio 2023 al termine di un periodo transitorio tra 2021-2022 che è servito alla politica di Bruxelles a trovare un compromesso sulla riforma. Wojciechowski esclude che la Commissione sarà costretta a bocciare i piani strategici presentati dagli Stati membri, proprio perché il dialogo è costante e la Commissione dovrebbe seguire passo passo la stesura dei piani senza arrivare all’ultimo a bocciarli.
L’opposizione in Parlamento
Se i ministri dell’UE hanno dato via libera senza grosse difficoltà, ci si aspetta uno scontro più duro nel Parlamento europeo. Una volta trovato l’accordo, scrivevamo venerdì che si è levata una fiera opposizione del gruppo dei Verdi europei, che minaccia e chiede ai colleghi progressisti (Socialisti&Democratici) di votare contro la riforma. “I cambiamenti estetici non possono nascondere il fatto che la tutela del clima, dell’ambiente, della biodiversità e delle piccole aziende agricole sarà inadeguata. Il nuovo modello “Performance” è poco più di una revisione della spesa senza valutazione della sua efficacia sul campo; i contribuenti Ue finanziare altri cinque anni di PAC per nessun cambiamento positivo. Chiediamo a tutti i nostri colleghi progressisti in Parlamento di andare contro questo accordo conservatore e di bocciare questa PAC”, scrive in una nota l’eurodeputato Bas Eickhout, relatore ombra.
I Verdi vengono sostenuti dal mondo ecologista, che accusa la nuova politica di essere poco ambiziosa in termini climatici. L’agricoltura e in particolare la filiera zootecnica (gli allevamenti) è responsabile del 10 per cento delle emissioni prodotte in Unione Europea. L’accordo provvisorio prevede di assegnare il 25 per cento dei pagamenti diretti agli agricoltori che volontariamente abbracciano pratiche agricole più verdi a partire dal 2023, mentre nella posizione iniziale il Parlamento spingeva per almeno il 30 per cento. A chiedere a Parlamento di affossare il compromesso è anche l’attivista per l’ambiente, Greta Thunberg, secondo cui sarà impossibile raggiungere gli obiettivi sul clima sottoscritti a Parigi, senza il coinvolgimento del settore agricolo.
As the commission failed to withdraw the CAP it's now up to the European Parliament to #VoteThisCAPdown
Otherwise we will lose another 7 years. If this doesn't change, reaching the goals of the Paris Agreement will be impossible. As the politicians responsible are well aware of. https://t.co/lSXidFS4JY
— Greta Thunberg (@GretaThunberg) June 27, 2021