Bruxelles – Capi di Stato e governo concordi sulla necessità di applicare le regole del Certificato digitale COVID dell’UE “in modo da garantire il pieno ritorno alla libera circolazione non appena la situazione della salute pubblica lo permetterà”. Almeno sulla carta. A quasi sette ore dall’inizio dei lavori del Summit europeo di giugno – in corso oggi e domani (24 e 25 giugno) a Bruxelles – i Ventisette approvano le conclusioni che riguardano la pandemia.
Si dicono compiaciuti dei buoni progressi in materia di vaccinazione e del miglioramento generale della situazione epidemiologica, ma timorosi di spingersi troppo oltre con le promesse per via della diffusione della variante delta del Coronavirus, che secondo gli ultimi dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) sarà la più diffusa nel Continente ad agosto. Per questo aggiungono che occorre rimanere “vigili e coordinati per quanto riguarda gli sviluppi, in particolare l’emergere e la diffusione di varianti”.
Secondo fonti europee, il tasso di contagio della variante Delta è stato un argomento discusso a fondo dai leader che hanno richiamato l’importanza di accelerare le vaccinazioni e che “le frontiere interne ed esterne dovrebbero essere aperte con cautela e in modo coordinato”. Anche se l’ECDC certifica che i vaccini attualmente in uso in UE – BioNtech-Pfizer, Johnson&Johnson, Moderna e AstraZeneca – sono molto efficaci anche contro la nuova variante. I toni usati nelle conclusioni sono positivi, anche sulla necessità di usare il Certificato Covid dell’UE per la libera circolazione dentro lo spazio Schengen, dunque senza aggiungere ulteriori restrizioni ai viaggi a chi è già vaccinato. Certo che il regolamento prevede un freno di emergenza per gli Stati per ripristinare le restrizioni se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare.
Le conclusioni si soffermano anche sulla situazione pandemica fuori dall’UE. I leader ribadiscono l’importanza della solidarietà internazionale con la distribuzione dei vaccini, in particolare attraverso il meccanismo ONU di COVAX, per la distribuzione dei vaccini ai Paesi a basso e medio reddito. E accolgono la decisione adottata di istituire una sessione speciale dell’Assemblea mondiale della sanità che si terrà a novembre per sottoscrivere una Convenzione sulla preparazione e la risposta alle future pandemie. Sulla scia del ‘Trattato sulle future pandemie’ proposto dal Presidente del Consiglio, Charles Michel, e su cui l’UE “continuerà a lavorare”. Infine, tra le prime dieci lezioni impartite all’UE dalla pandemia – presentate dalla Commissione UE – i leader hanno invitato la prossima presidenza di Slovenia a portare avanti i lavori in seno al Consiglio per migliorare la “nostra preparazione collettiva, la capacità di risposta e la resilienza alle crisi future”.