Bruxelles – L’Ungheria di Viktor Orbán non riesce a stare lontana, ancora una volta, dalle polemiche per le iniziative contro i diritti LGBT. Ma la vera novità è che questa volta nell’occhio del ciclone è finita anche l’UEFA, con la sua visione discutibile del rapporto tra sport e politica (già sperimentata due settimane fa sul caso delle divise della nazionale ucraina). E allora Bruxelles reagisce, attaccando la società che coordina le federazioni di calcio europee e issando la bandiera arcobaleno davanti al Parlamento Europeo.
Ma andiamo per ordine. Da Nyon ieri (martedì 22 giugno) era arrivato il divieto alla città di Monaco di illuminare lo stadio Allianz Arena con i colori dell’arcobaleno, in occasione della partita degli Europei di calcio di questa sera tra Germania e Ungheria. Una richiesta del sindaco, Dieter Reiter, per rispondere alla proposta di legge anti-LGBT di Budapest. Ma l’UEFA ha risposto con un ‘no’: essendo questo un “messaggio che mira a una decisione presa dal Parlamento nazionale ungherese“, violerebbe allo stesso tempo lo status “politicamente e religiosamente neutrale” dell’organizzazione. Riconoscendo però che “l’intenzione è quella di inviare un messaggio per promuovere la diversità e l’inclusione”, sono state proposte due alternative: il 28 giugno – il Christopher Street Day, il Pride tedesco – o una data tra il 3 e il 9 luglio, settimana del Christopher Street Day a Monaco.
La decisione dell’UEFA, se non è piaciuta in Germania (Manuel Neuer, portiere e capitano della nazionale ha deciso di scendere in campo con la fascia arcobaleno al braccio), ha sollevato un polverone a Bruxelles, sia alla Commissione sia al Parlamento Europeo. “Ho grandi difficoltà a capire quello che l’UEFA sta facendo, andando contro l’iniziativa della città di Monaco”, ha attaccato il vicepresidente della Commissione UE per lo Stile di vita europeo, Margaritis Schinas. “Francamente non vedo scuse ragionevoli, siamo sempre stati in prima linea in queste campagne e improvvisamente qualcuno si tira indietro”. Alzando le mani in segno di resa, il vicepresidente Schinas ha ricordato che “quando sono stati annunciati gli Europei, l’arcobaleno era stato mostrato dalla stessa UEFA come simbolo di inclusione, non so che altro dire”.
Ma sono stati gli eurodeputati a prendere l’iniziativa, a partire dall’eurodeputata tedesca e vicepresidente del gruppo dei Verdi/ALE, Terry Reintke. Con una mozione di procedura approvata dal presidente David Sassoli, davanti al Parlamento Europeo è stata issata una bandiera arcobaleno: “Non è una provocazione politica, ma un segno di rispetto per i diritti fondamentali, la diversità e la dignità umana“, ha sottolineato l’eurodeputata. Nella sua richiesta in plenaria, Reintke ha definito la posizione dell’UEFA “piuttosto infelice”, mentre le istituzioni europee devono “lanciare un segnale come fatto in molte città in tutta Europa, per dichiarare la propria solidarietà”.
Nessun dubbio da parte del presidente Sassoli, che pochi minuti prima aveva messo in guardia proprio il gabinetto von der Leyen sulla necessità di intervenire contro l’Ungheria, altrimenti l’Eurocamera citerà l’esecutivo UE alla Corte di giustizia dell’Unione Europea. “Il Parlamento è sempre impegnato per i diritti LGBT e partecipa a tutte le campagne di sensibilizzazione”, è stato il via libera alla bandiera arcobaleno. “Mi associo alla richiesta della collega Reintke”.
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La vicenda ha un cappello (forse) finale, che rimette al centro l’UEFA e il suo approccio al legame tra sport e politica. In un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt, il presidente dell’organismo che governa il calcio europeo, Aleksander Čeferin, si è difeso sostenendo che non poteva cedere alle “richieste populiste dei politici” e che l’UEFA “non può essere usata come uno strumento della politica”. Allo stesso tempo, il presidente Čeferin ha voluto sottolineare che “non siamo un’organizzazione omofoba” e lo dimostrerebbe l’arcobaleno impostato oggi pomeriggio nel logo UEFA sui social network. “È un simbolo che incarna i nostri valori principali, promuovendo tutto quello in cui crediamo: una società più giusta ed eguale, tollerante verso tutti, a prescindere dal loro background, credo, genere o orientamento sessuale”, si legge in una nota. “Per l’UEFA, l’arcobaleno non è un simbolo politico, ma un segno del nostro fermo impegno per una società più diversificata e inclusiva”.
— UEFA (@UEFA) June 23, 2021