Bruxelles – Ungheria, la Commissione intervenga o il Parlamento la citerà alla Corte di giustizia dell’UE per essere venuta meno al suo ruolo di guardiana dei Trattati. L’avvertimento arriva dal presidente dell’Eurocamera, David Sassoli, nella lettera inviata alla presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen. La Commissione deve “adempiere ai suoi obblighi e a garantire la piena e immediata applicazione del regolamento relativo alla condizionalità sul rispetto dello Stato di diritto”.
In Parlamento, continua Sassoli, “siamo convinti che vi siano alcune flagranti violazioni dei principi dello stato di diritto da parte di alcuni Stati Membri che devono essere sanzionate”. Di fronte a quanto accade in Ungheria, dunque, non si può restare a guardare. “In assenza di reazioni da parte della Commissione nei tempi assegnati dai Trattati, agiremo contro di essa alla Corte di Giustizia”. Il tempo concesso e sino alla fine di luglio, ma già oggi (23 giugno) la Commissione si è attivata inviando a Budapest una lettera che illustra le preoccupazioni legali sulla legge anti LGBTIQ, definita “una vergogna”, dalla presidente Ursula von der Leyen. Il vicepresidente Thierry Breton e il commissario per la giustizia Didier Reynders hanno scritto al ministro della Giustizia ungherese Judit Varga esprimendo preoccupazioni legali prima che il disegno di legge entri in vigore. Questo è il primo passo per aprire una procedura nei confronti dell’Ungheria.
In apertura della sessione plenaria del Parlamento europeo oggi a Bruxelles, Sassoli ha affermato: “Come indicato dalla nostra risoluzione del 10 giugno 2021, ho scritto alla Presidente della Commissione, a nome del Parlamento europeo e sulla base dell’articolo 265 del TFUE, per invitare la Commissione ad adempiere ai suoi obblighi di custode dei trattati e a garantire la piena e immediata applicazione del regolamento relativo alla condizionalità sul rispetto dello Stato di diritto. Siamo convinti che vi siano alcune flagranti violazioni dei principi dello stato di diritto da parte di alcuni Stati Membri che devono essere sanzionate. Naturalmente, in assenza di reazioni da parte della Commissione nei tempi assegnati dai Trattati, agiremo contro di essa alla Corte di Giustizia”.