Bruxelles – Biometano, agricoltura di precisione e rinnovabili nelle aziende agricole. Il piano italiano di ripresa e resilienza approvato ieri a Roma (22 giugno) dalla Commissione Europea vale 191,5 miliardi di euro, tra sovvenzioni (68,9 miliardi) e prestiti (122,6 miliardi) e comprende il 37,5 per cento di spese relative alla transizione verde. Tra queste, previsti investimenti a sostegno di una filiera agroalimentare innovativa e sostenibile: si tratta di 5,2 miliardi di euro per il capitolo di spesa “Economia circolare e agricoltura sostenibile” (M2C1), che rientra nella seconda missione del piano dedicata a rivoluzione verde e transizione ecologica.
In primis, scrive la Commissione nel resoconto che accompagna l’approvazione, il piano sosterrà le riforme e gli investimenti dell’Italia per sviluppare il biometano, una fonte di energia rinnovabile ottenuta da biomasse agricole (colture dedicate, sottoprodotti e scarti agricoli), agroindustriali (scarti della filiera della lavorazione della filiera alimentare) e anche dalla parte organica dei rifiuti urbani. Il processo di produzione del biometano può contribuire a ridurre in modo significativo le emissioni del settore agricolo e a restituire al terreno sostanza organica, in un’ottica di economia circolare per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse.
Gli investimenti per il biometano serviranno ad aumentare le fonti di energia rinnovabile applicate ai trasporti in generale e soprattutto a quelli agricoli. Previsto un livello investimento per l’innovazione e la meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare, in particolare per le macchine fuoristrada che dovranno “a zero emissioni o funzionare esclusivamente a biometano conforme ai criteri di cui alla direttiva (UE) 2018/2001 (direttiva RED II). Innovazione contemplata anche per quanto riguarda i processi di trasformazione, stoccaggio e confezionamento dell’olio extravergine di oliva.
Il piano italiano prevede di investire 2,5 miliardi di euro in sistemi agrovoltaici, ovvero l’integrazione dei pannelli solari nei campi che consentono di produrre energia elettrica da fotovoltaico (dal sole) e, al tempo stesso, di continuare a coltivare i terreni. Per migliorare l’efficienza energetica delle aziende agricole, il piano prevede l’installazione dei pannelli solari con gestione “intelligente” dei flussi di energia e accumulatori.
Focus anche sull’agricoltura di precisione – la gestione dei campi e delle colture basata sui dati, che consentono di migliorare l’uso delle risorse (come l’acqua) ed evitare gli sprechi – che contribuirà anche agli sforzi di ridurre la dipendenza dall’uso di pesticidi chimici. Inoltre gli investimenti nella logistica della catena di approvvigionamento agroalimentare, anche dal punto di vista della digitalizzazione, contribuiranno a ridurre le emissioni di gas a effetto serra del comparto. Infine, previsti incentivi per un uso sostenibile dell’acqua in agricoltura.
Entusiasta dell’ok europeo è la filiera italiana. “Con il primo via libera formale al PNRR si apre realmente una fase nuova per ristrutturare e rilanciare il Paese in un’ottica più sostenibile, digitale e resiliente”, scrivono in una nota Cia-Agricoltori Italiani, un’associazione di categoria, di imprenditori agricoli, di coltivatori diretti. “La ripartenza dell’Italia ha bisogno di progetti concreti e innovativi, realizzabili con tempi certi e monitorabili, con il contributo degli agricoltori italiani, custodi della terra e sentinelle del territorio, insieme a tutte le forze economiche e sociali del Paese”, ha sottolineato il presidente Dino Scanavino.