Bruxelles – Una bussola di orientamento per il finanziamento pubblico all’idrogeno pulito, sia rinnovabile sia a basse emissioni di carbonio. In concreto, l’UE lancia uno strumento online per guidare i progetti verso gli strumenti di finanziamento pubblico dell’UE e quindi cercare anche di aumentare gli investimenti o almeno identificare quali sono i fondi pertinenti e a scoprire quali progetti Bruxelles ha intenzione di finanziare. A presentarla oggi (17 giugno) è la Commissione Europea in apertura alla due-giorni dell’European Hydrogen Forum 2021 (17 e 18 giugno), il forum che riunisce oltre 1.400 membri dell’industria e della società civile dell’European Clean Hydrogen Alliance, l’alleanza europea per l’idrogeno pulito.
A rappresentare l’Esecutivo europeo, il vicepresidente esecutivo per il Green Deal, Frans Timmermans, e il commissario per il Mercato Interno, Thierry Breton, che hanno insistito sul potenziale dell’idrogeno pulito (sia rinnovabile che a basse emissioni di carbonio) per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Unione Europea, creare posti di lavoro e rendere l’Europa più competitiva. Con la maturazione della tecnologia e l’aumento della pressione per decarbonizzare il Continente, “è tempo di passare allo sviluppo industriale su larga scala delle tecnologie dell’idrogeno pulito”, ha sintetizzato Breton. Lo sguardo è rivolto soprattutto alla concorrenza di Stati Uniti, Cina, Giappone e Corea e quindi l’UE punta a una propria catena del valore da costruire in Europa, per rendersi meno dipendente da questioni geopolitiche.
L’obiettivo di Bruxelles – spiega Breton – è presentare una serie di progetti di investimento durante il prossimo Hydrogen Forum che si terrà a novembre. “Forniremo una sintesi completa dei progetti ricevuti oggi e domani”, ha precisato. Breton è ottimista sul fatto che per un gran numero di progetti raccolti, la distribuzione dovrebbe iniziare già nei prossimi 3-4 anni. Secondo i dati della Commissione, a maggio, l’European Clean Hydrogen Alliance ha raccolto quasi mille progetti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio che i membri dell’Alleanza intendono attuare entro il 2030 per produrre quasi 9 milioni di tonnellate di idrogeno “prevalentemente rinnovabile” all’anno. Il nodo è sempre capire come finanziarli, soprattutto per le imprese più piccole e in alcuni Stati membri.
La chiave è “nel sostegno al finanziamento pubblico” sottolinea Breton. A livello comunitario ci sono diversi mezzi a disposizione per il finanziamento, tra programmi di ricerca e innovazione (vedi Horizon Europe), fondi per lo sviluppo regionale e per le infrastrutture, fondi per sostenere la dimostrazione di tecnologie innovative per l’energia pulita. Ma gli Stati membri hanno altri importanti programmi di sostegno, molti dei quali cofinanziati dal meccanismo di recupero e resilienza dell’UE, il Next Generation Eu. “Incanalare queste risorse in modo efficiente”, sostiene Breton, è questa la grande sfida ed è anche il motivo per cui l’UE oggi lancia la bussola, per aiutare a gestire i mezzi di finanziamento.
“Non ci sarà progresso senza investimenti massicci”, conviene anche Timmermans. I piani di ripresa e resilienza “che stanno arrivando in tutta Europa offrono enormi possibilità”, visto il budget totale di 750 miliardi di euro. “Un’opportunità unica per facilitare anche questa transizione energetica”, ha detto il vicepresidente. I Ventisette devono mobilitare almeno il 37 per cento dei loro piani in azioni per la transizione verde. “Se non investiamo bene questi soldi, metteremo sulle spalle dei nostri figli un peso assolutamente insopportabile”, ha aggiunto. Quello di risanare il debito contratto dalla Commissione per finanziare il fondo ma anche quello di “invertire la rotta” quando ormai sarà troppo tardi per farlo.