Bruxelles – Si è messa in moto la nuova azione da parte dell’Unione Europea per garantire le norme del lavoro e i diritti fondamentali alle persone che lavorano tramite le piattaforme digitali. A seguito della prima fase di consultazione delle parti sociali europee avviata lo scorso 24 febbraio dalla Commissione UE (e chiusa il 7 aprile), il gabinetto von der Leyen ha considerato necessario dare il via a una seconda fase per rispondere alle criticità scaturite dalla rapida diffusione dei nuovi modelli economici, sotto la spinta della pandemia COVID-19.
“Le piattaforme di lavoro digitali svolgono un ruolo chiave nella transizione digitale dell’economia europea“, ha spiegato la vicepresidente della Commissione UE per il Digitale e commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager, presentando l’iniziativa. “Ma allo stesso tempo le persone dovrebbero essere protette e dovrebbero lavorare in modo sicuro e dignitoso, sia online sia offline”. Per questo motivo l’esecutivo UE continua la sua consultazione “alla ricerca di un approccio intelligente ed equilibrato che offra certezza e norme comuni alle piattaforme e a coloro che lavorano tramite esse”, ha aggiunto il commissario per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit.
L’obiettivo della seconda fase della consultazione è quello di coniugare il rispetto di condizioni di lavoro dignitose per i lavoratori e la crescita sostenibile delle piattaforme di lavoro digitali. Alle parti sociali sarà chiesto di esprimersi entro il 15 settembre sul contenuto di una possibile iniziativa comunitaria, da presentare entro la fine del 2021.
Gli ambiti di interesse riguardano la classificazione dello status occupazionale e l’accesso ai diritti di lavoro e di previdenza sociale, la disponibilità di informazioni sui mezzi di ricorso per quanto riguarda l’uso degli algoritmi nel lavoro, l’applicazione delle norme per le piattaforme digitali che operano a livello transfrontaliero e il rafforzamento della rappresentanza collettiva.