Bruxelles – Nel 2021 ci sono tutti i presupposti per parlare di “pratiche da Guerra Fredda” della Russia nei confronti dell’Unione Europea. È quanto sostiene l’imprenditore e filantropo russo in esilio a Londra, Mikhail Khodorkovsky, intervenuto oggi (lunedì 10 maggio) in videoconferenza durante la riunione del comitato speciale sull’Interferenza straniera in tutti i processi democratici nell’Unione Europea, compresa la disinformazione del Parlamento Europeo (INGE).
L’oppositore del presidente russo, Vladimir Putin, e leader dell’organizzazione Open Russia ha presentato i punti salienti dell’ultimo rapporto sulle ingerenze del Cremlino nella politica dei Paesi membri UE, confermando che si basa su “fonti giornalistiche verificate” e che “è a disposizione delle agenzie di contrasto europee, ma non delle organizzazioni che possono essere legate a Putin”.
Prima di elencare le operazioni “da Guerra Fredda” del Cremlino in Europa, Khodorkovsky ha ricordato la capacità russa di agire dentro e fuori dai propri confini nazionali per perseguire i propri obiettivi. Dal tentativo di assassinio del leader dell’opposizione, Alexei Navalny, nell’agosto dello scorso anno (ora in prigione in condizioni critiche), all’omicidio di un separatista ceceno in pieno giorno a Berlino nel 2019, senza dimenticare il coinvolgimento nel conflitto armato in Ucraina, “la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale che il territorio di uno Stato europeo è stato annesso a un altro Paese”.
Ma ciò che preoccupa di più è la capacità operativa dei servizi segreti e dei funzionari russi nei Paesi membri UE. “Sono in grado di mettere in campo attività nemiche per minare le politiche nazionali“, ha avvertito l’oppositore russo in esilio. “Possono farlo attraverso la corruzione e l’intimidazione fisica, sfruttando i contatti con imprenditori e politici europei a tutti i livelli”.
Interpellato da diversi eurodeputati – tra cui anche il socialdemocratico in quota PD, Pierfrancesco Majorino – Khodorkovsky ha avvertito che “abbiamo stilato la lista di tutti i politici europei che hanno viaggiato con frequenza a Mosca e che hanno ricevuto finanziamenti dal Cremlino per la propria propaganda”. Pratiche che fanno il gioco del presidente Putin, in grado di sfruttare i fondi “sottratti al popolo russo per finanziare enti e aziende che sviluppano gli interessi del Cremlino in Europa“.
Tra corruzione e infiltrazioni nel sistema politico europeo, secondo l’imprenditore e filantropo russo sono molti i Paesi messi nel mirino di Mosca. Germania, Francia e Grecia su tutti. “A Berlino i funzionari russi fanno attività di lobbying e hanno collegamenti con decine di parlamentari del Bundestag”. Ma non solo: “A oggi, ci sono almeno 200 agenti dei servizi segreti russi in Germania“, ha suonato l’allarme Khodorkovsky. Il territorio francese è invece usato come “base per progetti filo-russi”, che spaziano dalla fomentazione di sentimenti anti-francesi in Africa ai “tentativi di istigare scandali diplomatici con l’Italia“. Infine, in Grecia “sono state operate azioni per sostenere politici filo-russi nelle elezioni locali e in quelle europee” e nella lista compaiono 30 municipalità dichiaratamente pro-Cremlino, “tra cui spiccano Atene e Salonicco”.
In conclusione di intervento, l’ospite del comitato INGE ha sollecitato l’Unione Europea a promuovere una legislazione per lottare contro la corruzione che si dirama sul territorio comunitario a partire da Mosca, “perché oggi se le agenzie di contrasto russe si rifiutano di collaborare con quelle europee, i Paesi membri non possono lottare contro questo tipo di riciclaggio di denaro”. Ma soprattutto, “si dovrebbero mettere in atto sanzioni mirate alla cerchia degli uomini di Putin, quelli che finanziano le operazioni del regime”.